Il ministero della difesa israeliano ha ammesso di aver supportato l'Isis e altri gruppi terroristici in Siria, pur definendoli ribelli che combattono contro il regime dittatoriale siriano. Dall'inizio del conflitto in Siria, le forze armate israeliane hanno effettuato bombardamenti su presunti obiettivi strategici, oltre a fornire armi ed assistenza sanitaria ai cosiddetti ribelli.L'obiettivo principale di Israele è diventare la forza egemone della regione, espandendo i propri confini ed usando qualsiasi mezzo possibile per riuscirci.

Le prove sulla collaborazione sono lampanti

La cattura del colonnello israeliano Shahak in Iraq, sorpreso insieme a militanti dell'Isis, ha solo confermato i sospetti che già da tempo l'ONU aveva sul coinvolgimento e la collaborazione di Israele con i terroristi. Il forte interesse che il primo ministro israeliano Netanyahu nutre nei confronti della Siria sembra dovuto anche alla recente scoperta di un grande giacimento petrolifero sulle alture del Golan, al confine tra i due paesi. Appropriarsi dell'oro nero ormai sembra il motivo principale dei conflitti in medioriente, inoltre ci sono prove che anche il governo israeliano abbia acquistato petrolio sottocosto dai terroristi dell'Isis.

La verità scoperta anche per merito dei russi

La richiesta di aiuto del presidente siriano Assad ai russi, e la conseguente discesa in campo di Putin, hanno dimostrato al mondo intero perchè questo conflitto si sia trascinato da anni, causando morte e distruzione tra i civili e una ondata di profughi senza precedenti.

Evidentemente gli obiettivi veri degli americani e dei loro alleati non erano i terroristi dell'Isis, ma solo rovesciare il governo siriano. I raid mirati dei russi hanno ottenuto in poche settimane quello che la coalizione internazionale non è riuscita a conseguire in anni di bombardamenti. Gli sviluppi delle prossime settimane saranno sicuramente decisivi per la definizione delle alleanze internazionali e forse per la scoperta di altri intrighi occulti.