Sono trascorsi 71 anni dal 27 gennaio 1945 giorno in cui le truppe sovietiche spalancarono i cancelli del Campo di concentramento di Auschwitz liberando i prigionieri vivi e assistendo ad una vera è propria carneficina. Tramite le testimonianze di chi ha vissuto in quella fabbrica di morte si è potuto capire quale dramma e orrore si sia potuto compiere in quei luoghi. Oggi tutto il mondo si prepara a ricordare quel dannato periodo, facendo riferimento al 1 novembre 2005 la decisione da parte dell' ONU di celebrare il 27 gennaio questa giornata.
Auschwitz:un orrore scaturito dalla mente umana
Durante la celebrazione in ricordo della Giornata della Memoria in Campidoglio, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha rivolto il suo pensiero di vicinanza e solidarietà ai superstiti e testimoni degli orrori subiti in quel dannato campo di concentramento, ma ha voluto centrare il suo discorso su un aspetto fondamentale che è quello della capacità di ciascun uomo di compiere orrori. Da una parte il campo di concentramento di Auschwitz ci fa fare memoria di quei luoghi, camere a gas, reticolati che si sono macchiati del sangue innocente di chi era definito diverso, ma dall'altra parte ci ricorda che l'uomo non si è allontanato tanto da quei pensieri, da quelle forme di male capaci di manifestarsi in un'audace ferocia.
Il razzismo e il fanatismo sebbene in forme diverse da quelle utilizzate nel campo di Auschwitz purtroppo seminano tuttora sangue e dolore in tutto il mondo.
Tale Giornatanon sia fine a sè stessa
Come ci esorta il presidente Mattarella, è bene assumere piena responsabilità dellaGiornata della Memoria affinchè non divenga un giorno fine a sè stesso fatto di parole e lacrime in ricordo delle vite distrutte, ma un evento tale daconsentirci di riflettere che occorre abbattere seriamente i muri contro tutte quelle forme razziali che noi chiamiamo ideali politici o religiosi. l'Isis, l'omofobia, la persequzione dei Cristiani e il razzismosono tutte forme che alimentano gliideali di violenza utili soltanto a darmanifestazione della ferocia inaudita di cui è capace l'uomo.