Guantanamo, vergogna americana. Era stata definita in questo modo da tante associazioni umanitarie la base militare statunitense che si trova sul suolo cubano, dopo lo scandalo scoppiato oltre dieci anni fa nel corso del quale vennerodocumentate sevizie e torture ai danni dei detenuti "politici", veri e presunti esponenti di organizzazioni terroristiche. In questi ultimi mesi che precedono la sua uscita di scena almeno come presidente, Barack Obama vuole chiudere alcune pagine poco felici della storia americana.Dopo l'annunciata visita a Cuba con l'intenzione di porre le basi per la fine di oltre mezzo secolo di embargo nei confronti dell'isola dei Castro, il presidente degli Stati Uniti ha intenzione di dismettere il tristemente noto centro di detenzione.

Individuati tredici siti alternativi

L'intenzione di chiudere Guantanamo è stata comunicata da Obama nel corso di una conferenza alla Casa Bianca. Il presidente ha illustrato il suo piano al Congresso, nell'ambito del quale sono state individuati tredici siti alternativi per ospitare un nuovo centro di detenzione. "Guantanamo - ha detto Barack Obama - è vista come una macchia e quando parlo con i leader degli altri Paesi mi viene sempre sottolineato che è un problema non risolto. Tenerla aperta mina i nostri valori ed è controproducente nella lotta che ci vede impegnati contro il terrorismo". Tra i problemi rilevati anche i costi esosi della struttura mentre per quanto riguarda i detenuti attuali, anche in questo caso è pronto un piano.

"Lavoreremo insieme al Congresso per trovare una nuova sistemazione per i detenuti rimanenti, alcuni dei quali pongono una specifica minaccia alla nostra nazione. Troveremo un posto sicuro negli Stati Uniti".

Denunce, condanne ed anche un film

Il centro di detenzione della base navale di Guantanamo venne aperto nel 2002 durante l'amministrazione guidata dal presidente George W.

Bush. L'intenzione del governo era quella di aprire un carcere di massima sicurezza destinato ai prigionieri catturati durante le operazioni militari in Afghanistan e ritenuti collegati ad organizzazioni terroristiche. Dal 2002 ad oggi, oltre 800 persone sono state recluse a Guantanamo e già in occasione del primo anno di attività vennero sollevate polemiche da parte delle Nazioni Unite.

L'Alto Commissario dell'Onu per i diritti dell'uomo, Mary Robinson, protestò per le condizioni di reclusione ritenendole contrarie alla Convenzione di Ginevra. L'allora segretario della Difesa del governo di Washington, Donald Rumsfeld, rispose che "trattandosi di combattenti irregolari, non sono da considerare prigionieri di guerra". Ma nel 2006, a seguito dell'appello del detenuto Salim Ahmed Hamdan, la Corte Suprema degli Stati Uniti riconobbe la violazione nel trattamento dei prigionieri sia alla Convenzione di Ginevra che al Codice di Giustizia Militare. Il problema della chiusura del centro è stato affrontato dall'amministrazione Obama sin dal suo insediamento nel 2008. L'ordine di smantellamento fu firmato dal presidente l'anno seguente ma non è mai avvenuto a causa del voto contrario del Senato.

Il carcere di Guantanamo è stato anche protagonista al cinema nel film-documentario del 2006 "The road to Guantanamo", diretto da Michael Winterbottom e Mat Whitecross. Narra la storia vera di tre giovani cittadini britannici catturati nel 2001 in Afghanistan ed impriginati a Guantanamo perchè ritenuti militanti di Al Qaeda. Le accuse si rivelarono succesivamente infondate ed i tre vennero rilasciati nel 2004.