È conosciuta come “la Strada dei pastori”, situata a Castello del Matese (CE) nel cuore del Parco Regionale del Matese. Sulla carta, come testimoniano gli otto pareri favorevoli sul PSR Campania 2007-2013 (misura 125), si sarebbe dovuto trattare di lavori di ripristino volti all’attuazione di numerosi progetti, tra cui la realizzazione di elettrodotti rurali e di infrastrutture connesse allo sviluppo ed all’adeguamento dell’agricoltura e della silvicoltura. La triste realtà, invece, racconta altro. Quanto, infatti, è stato realizzato ha soltanto l’olezzo e la desolazione proprie dello scempio paesaggistico che mortifica la storia e la cultura di uno dei luoghi più affascinanti dell’Alto Casertano.
Storia e cultura locali già ampiamente umiliate per via della bieca gestione da parte delle amministrazioni locali, che in quei luoghi ormai si protrae da decenni e che, pertanto, soffoca sul nascere qualsiasi possibilità di sviluppo.
La rabbiosa denuncia degli attivisti del M5S
Mentre nella regione si registrano iniziative a favoredi una crescita dei luoghi, la storia qui non cambia, dunque, ed oltre alla cattiva politica, colpevole di una gestione scellerata dei fondi europei e di una assoluta cecità nei confronti la cultura e la tradizione locali, l’avvilente realtà che purtroppo domina la zona è caratterizzata anche dall’omertà, dall’indifferenza e dall’ipocrisia di buona parte della popolazione.
A far fronte a tale triste realtà sono stati gli attivisti locali del Movimento 5 Stelle, dai quali è infatti partita la rabbiosa denuncia. Recatisi sul posto, gli attivisti del Movimento 5 stelle hanno quindi potuto constatare quanto accaduto: la distruzione della pavimentazione in pietra e dei muretti in pietra a secco appartenenti ad un'antichissima mulattiera, che fin dai primi del 900 rappresentava il solo collegamento con i paesi a valle.
Le azioni intraprese dagli attivisti del Movimento 5 Stelle sono state tempestive e, dopo aver denunciato lo scempio attraverso il web e sui quotidiani locali, si sono concretizzate in una denuncia, presentata il giorno 22 febbraio, presso il Corpo Forestale dello Stato al Comando Provinciale di Caserta. Si attendono sviluppi e risposte.
Le risposte dell’amministrazione e degli enti locali: vaghe ed imbarazzanti
Le risposte degli enti interessati, ossia il comune di Castello Matese ed il Centro Alpino Italiano (CAI) di Piedimonte Matese, hanno l’aria della cosiddetta “pezza a colori” essendo state fin troppo tempestive e perciò vaghe e perfino imbarazzanti. La presidenza del CAI si è espressa definendo il vergognoso accaduto un semplice “spostamento di pietre” sottolineando come il tutto rientri (assurdamente, invero) nei piani del progetto. A seguito, poi, della denuncia mossa dai 5 Stelle c’è stata una volenterosa ma inefficace ripresa dei lavori, che erano bloccati dal mese di novembre 2015. L’imbarazzo, insomma, regna tra i responsabili dello scempio.
Nulla, invece, è stato reso notoin merito alle modalità svolgimento dei lavori, poiché sul luogo interessato non sono stati apposti i dovuti cartelli che la legge predispone in questi casi. Mentre gli attivisti del Movimento 5 Stelle, i soli ad oggi ad interessarsi attivamente dello scempio, promettono di arrivare fino in fondo alla vergognosa faccenda, bisogna assistere con mestizia e rabbia all’ennesima conferma di un malcostume politico purtroppo diffuso nella zona. Quel malcostume che si sostanzia in quella insulsa professione volta ad allontanare ogni responsabilità per i danni commessi alla storia ed alla cultura della comunità locale.