Sapete cos'è il waterboarding? È un tipo di tortura che ha avuto il suo momento di celebrità circa dieci anni fa al carcere di Guantanamo dove erano detenuti terroristi, criminali politici e presunti tali. Alcune organizzazioni internazionali sostennero che l'amministrazione Bush avesse autorizzato la pratica negli interrogatori di alcuni detenuti. Con il waterboarding si immobilizza il prigioniero in modo che i piedi si trovino più in alto della testa e gli vengono versati violenti getti d'acqua sulla faccia. Ora il waterboarding e la tortura in generale hanno un nuovo, accanito sostenitore.
Si tratta, tanto per cambiare, del candidato alle primarie del Partito Repubblicano per la Casa Bianca, Donald Trump.
Il comizio a Blufton
Le ultime clamorose dichiarazioni del miliardario newyorkese che vuol fare il presidente degli Stati Uniti sono state pronunciate a Blufton, in South Carolina, dove il prossimo 20 febbraio si terranno le primarie aperte tra i Repubblicani mentre sette giorni dopo si svolgeranno quelle dei Democratici. "Approvo il waterboarding - ha detto Trump - e quando sarò presidente lo renderò peggiore. Del resto - ha aggiunto - in Medioriente stanno tagliando le nostre teste, vogliono ucciderci e distruggere il nostro Paese e le nostre città. Non ditemi che la tortura non funziona.
La tortura funziona, credetemi". L'ennesima "Trumpata" mira ancora una voltaad accrescere l'odiodell'elettorato più estremistaverso i "nemici internazionali", ed in tal senso giustifica anche quella che, in un Paese civile, è una palese violazione dei diritti umani.
Trump favorito in South Carolina
Non si capisce se l'elettorato americano sia più scontento dell'attuale situazione interna del Paese o della politica estera dell'amministrazione Obamache, agli occhi di estremisti e "veterani di tutte le guerre", avrebbe addirittura permesso la "resurrezione" di un nemico storico come la Russia.
Di fatto, l'ultranazionalista Trump ha perso le primarie nello Iowa ma ha vinto in New Hampshire e, in base ai sondaggi, sarebbe nettamente in vantaggio su Ted Cruz in South Carolina di quasi 20 punti percentuale (38,3 per cento contro 18,5). Risultato che conferma le stime nazionali che vedrebbero Trump al 40,4 per cento contro il 20 per cento di Cruz (l'ultimo sondaggio è dell'11 febbraio).
Democratici: testa a testa Clinton-Sanders anche in Nevada
Bernie Sanders è, tra le file dei Democratici, la vera rivelazione di questo scorcio iniziale delle primarie. Il senatore del Vermont ha perso di misura a vantaggio di Hillary Clinton nello Iowa ma ha vinto nettamente in New Hampshire. Il 20 febbraio si vota per le primarie democratiche in Nevada ed i sondaggi danno i due candidati in perfetta parità, 50 per cento a testa. Le proiezioni nazionali invece vedono la Clinton ancora in vantaggio con poco più di 10 punti percentuale, 52,9 per cento contro il 42,6 di Sanders.