La paura del terrorismo può portare ad errori, scambi di persona e anche situazioni paradossali. Esattamente come quella accaduta a Guido Menzio, docente italiano presso l'università della Pennsylvania, vittima suo malgrado di un fraintendimento legato alla sua professione.

La vicenda dell'italiano scambiato per terrorismo

La vicenda risale a giovedì scorso, 5 maggio, ma si è saputa soltanto nella serata di ieri: all'aeroporto di Philadelphia è scattata per circa un'ora l'allerta terrorismo a causa di un passeggero sospetto. A segnalarlo è stata una donna, seduta di fianco a lui, che lo vedeva tutto concentrato a scrivere simboli incomprensibili su un pezzo di carta.

La donna, spaventata da questi scritti incomprensibili, avverte un hostess: "abbiamo un possibile terrorista a bordo". Subito le procedure d'imbarco si bloccano, viene informato il pilota che, senza nemmeno guardare in faccia il presunto terrorista, avverte i servizi di sicurezza. Per oltre un'ora l'aereo rimane a terra, la polizia fa scendere l'uomo, lo perquisisce e gli rivolge le domande di rito.

Pochi minuti di colloquio e la vicenda si chiarisce

Per fortunail prof Guido Menzio non si fa prendere dal panico ma, razionalmente, spiega la vicenda agli agenti. Il suo aspetto un po' trasandato (barba incolta, capelli spettinati, lineamenti mediterranei e poca confidenza rivolta agli altri passeggeri) hanno solo tratto in inganno.

In realtà è un docente della Ivy League, l'eccellenza in fatto di facoltà di Economia americane (riunisce le università più importanti al mondo come Harvard e Princeton), e quegli scarabocchi che potevano sembrare un linguaggio in codice non sono altro che calcoli matematici. Si tratta di un'equazione differenziale che Menzio avrebbe esposto di lì a pochi giorni alla Queen's University in Canada, ma è comprensibile che gli scritti non fossero alla portata della sua compagna di viaggio, né tantomeno dello staff di bordo.

Il professore comunque non fa drammi ma anzi, ci ride su. Afferma infatti di essere stato trattato con rispetto, capita che ogni sistema abbia i suoi falsi allarmi, e l'unica cosa che un po' gli dà fastidio è che tanta gente abbia dovuto aspettare un'ora e mezza prima di partire quando, in realtà, sarebbe bastato parlargli per capire che non c'era alcun pericolo.