Ha sorseggiato la sua bibita gassata con tranquillità, per dissetarsi, lo scorso martedì 31 maggio, in una normale serata come tante, ma, dopo pochi sorsi si è subito sentita male. Una donna di quarantacinque anni, residente a Bazzano, incinta e prossima al parto, ha accusato un forte malore in seguito all’ingestione di una nota bevanda che l’ha condotta al ricovero presso l’ospedale Maggiore di Bologna, dove versa al momento in condizioni disperate. La donna è stata soccorsa, presso la propria abitazione, dagli operatori del 118, che l’hanno trovata in preda ad atroci dolori allo stomaco e a conati di vomito.

La scoperta shock fatta poche ore dopo è stata che, a contaminare la bibita, verosimilmente con soda caustica, è stato il compagno trentacinquenne della donna.

Il movente è legato alla gravidanza della donna

Dopo le prime verifiche, da parte dei militari di Bazzano e dei Carabinieri del Nas, presso il supermercato dove era stata acquistata la bottiglia, è stato lui stesso a confessare, infatti, di aver inserito, all’interno della bottiglia, una sostanza tossica ed è scattato immediatamente il fermo, disposto dal pubblico ministero Giuseppe Di Giorgio, per lesioni gravissime. Secondo le prime indagini, l’uomo desiderava che la sua compagna abortisse e, per tale motivo, ha cercato di avvelenarla.

La donna, sottoposta ad una lavanda gastrica, è in prognosi riservata presso il reparto di Rianimazione, mentre, dai primi controlli ed accertamenti, pare che il bambino non abbia subito danni, anche se ancora non è escluso il rischio che possa sviluppare malformazioni in seguito all’avvelenamento.

Il femminicidio, un’emergenza sociale

Questo ennesimo episodio di violenza contro una donna avviene a pochi giorni dalla drammatica uccisione di Sara di Pietrantonio, strangolata e poi arsa dal suo ex fidanzato che non si rassegnava alla fine della loro storia, e dopo i tanti appelli condivisi sui social network per dire basta al femminicidio, divenuto ormai una vera e propria piaga ed emergenza sociale, che miete vittime quotidianamente. Stavolta è toccato ad una mamma che non ha ancora provato la gioia di incrociare gli occhi del proprio bambino.