Sono in continuo aumento i casi di aggressione a sfondo sessuale compiuti nelle università americane e spesso le notizie di cronaca dei telegiornali portano a galla anche episodi che si sono consumati negli anni precedenti, come in questo caso che vede protagonista Broke Allen Turner, un promettente atleta e giovane studente della rinomata Stanford University, il quale nel gennaio del 2015 ad una festa di una delle confraternite presenti all'interno del campus, ha stuprato una ragazza in stato di incoscienza;solo dopo un anno è stata emessa la sentenza che lo condanna a sei mesi di carcere, riducibili a tre.
Tutto questo non è di certo passato inosservato dalla critica e dai mass media statunitensi e le parole scritte dal padre, in una lettera indirizzata al tribunale e poi resa pubblica, hanno urtato e ferito gli animi di molte persone.
I dettagli che hanno portato il giudice ad optare per una pena così leggera
Sicuramente sono stati molti i fattori che durante il dibattimentohanno favorito l'imputatoe che sono stati presi in considerazione dal giudice, che ha valutato e deciso la sentenza. Uno dei motivi determinanti riguarda la giovane età dell'uomo, ed il fatto che si fosse mostrato veramente pentito dell'atto compiuto: ma ancora più fondamentale nella decisione è stato il fatto che la ragazza aggredita fosse completamente ubriaca al momento dell'aggressione e non ricorda assolutamente nulla dell'accaduto.
Il non essere in grado di confermareche non fosse consenziente al momento del rapporto ha contribuito notevolmente alla riduzione della pena imposta.
Le parole nella lettera scritta dal padre dell' imputato
Sono state descritte da molti come scioccanti ed inopportune, (soprattutto per il mancato rispetto nei confronti della vittima), le parole scritte nella lettera di Dan Turner inviata al tribunale e poi rese pubbliche dai media, il quale in completo disaccordo con la pena inflitta al figlio afferma che la punizione siaesagerata per un'azione compiuta in soli venti minuti, "rispetto ad una vita di 20 anni".
