La verità dovrebbe sempre emergere ed in teoria dovrebbe anche sempre ripagare, purtroppo però non è esattamente quello che sta succedendo a Sandra Bertin, la poliziotta francese che la notte della strage di Nizza si trovava a capo della videosorveglianza. Una donna tutta d'un pezzo che nonostante le varie pressioni e le durissime dichiarazioni rilasciate dal governo francese nei suoi confronti, non si è assolutamente smossa dai suoi principi e non ha tutt'ora la minima intenzione di ritrattare quello che ha dichiarato.

Cosa è accaduto alla poliziotta

Sandra è una agente della polizia municipale di Nizza che, durante i festeggiamenti del 14 luglio scorso, aveva l'incarico di tenere sotto controllo la folla attraverso i monitor di sorveglianza. Ha potuto vedere in diretta e seguire, attraverso 10 telecamere, tutta la folle corsa del camion che lanciandosi a gran velocità sulla Promenade ha tolto la vita ad oltre 80 persone. Ha assistito a scene raccapriccianti e che sicuramente non potrà mai scordare, ma quasi per assurdo è proprio quello che gli è stato chiesto dal governo, di dimenticare e di aggiungere nel rapporto dei dettagli che le sarebbero stati suggeriti. Al rifiuto della donna di mentire sui fatti, le è stato detto di inviare un rapporto modificabile e nei giorni successivi di cancellare le registrazioni di 6 videocamere.

L'appoggio di 50 mila persone

Sandra Bertin è stata denunciata per diffamazione direttamente dal ministro Cazeneuve e l'intero governo continua tutt'oggi a divulgare pesanti dichiarazioni su di lei. La cosa straordinaria però è che Sandra non è da sola, infatti tutto il corpo di polizia di Nizza, insieme al sindaco ed a tantissimi cittadini si sono schierati dalla sua parte.

Proprio i cittadini, per riuscire ad appoggiare questa causa, hanno aperto una pagina sul social network di Facebook intitolata "Soutien à la policière qui a dénoncé les pressions", alla qualein pochissimi giornihanno aderitocirca 50 mila persone. L'intento è quello di divulgare il più possibile la notizia e di rimanere uniti contro un governo che cerca di togliere la libertà delle persone, in questo caso cercando di diffamare una donna che ha compiuto il suo dovere e che sta subendo solo per non aver voluto mentire su di un fatto che riguarda tutti noi.