Ci sarebbe una svolta nell'omicidio di Beau Solomon, il diciannovenne studente americano, il cui corpo è stato ritrovato ieri sera nel Tevere. La polizia avrebbe, infatti, effettuato un arresto: si tratta di Massimo Galioto, un quarantene romano senza fissa dimora. Alla base del folle gesto ci sarebbe una lite scoppiata tra i due.

Il caso Beau Solomon

Beau Solomon, diciannovenne studente americano, era da poco arrivato a Roma per frequentare un corso di 5 settimane alla John Cabot University. Giovedì 30 giugno era andato con il suo compagno di camera a festeggiare il suo arrivo in Italia presso un pub di Piazza Trilussa.

Secondo la testimonianza del compagno ad un certo punto si sarebbe allontanato, dicendo che andava in bagno e non sarebbe più tornato. Alcuni testimoni hanno affermato che i due amici erano alticci (affermazione smentita dal ragazzo). La denuncia per scomparsa è subito scattata, ma il corpo del ragazzo è stato ritrovato solo ieri, lunedì 4 luglio, lungo le sponde del Tevere, con una grave ferita alla testa. Sul corpo non è stato rinvenuto il portafoglio. Inoltre, risultano acquisti per 1500 euro in un giorno effettuati con la sua carta di credito a Milano. Nella ricostruzione della vicenda, la polizia ha anche ascoltato due testimoni che hanno affermato di aver visto, nella notte tra il 30 giugno e il primo luglio,un uomo gettare un corpo nel Tevere.

In base a queste testimonianza sarebbe stato fermato Massimo Galioto, quarantenne romano senza fissa dimora. L'uomo, stando a quanto dichiarato dalla polizia, è"gravemente indiziato di omicidio aggravato da futili motivi".

Studente del Wisconsin

Beau Solomon era originario del Wisconsin, dove frequentava l'omonima Università.

In passato aveva lottato e sconfitto una rara forma di cancro. Subito dopo la notizia della sua scomparsa, amici e parenti avevano lanciato una campagna sui social per trovarlo. Lunedì, dopo quattro giorni di ricerca, il tragico epilogo.La polizia ha acquisito le immagini delle telecamere vicino al locale dove Beau è stato visto per l'ultima volta, per cercare di ricostruire i suoi ultimi istanti di vita e capire cosa sia successo quella maledetta sera del 30 giugno.