Nuove immagini provenienti dal Rover Curiosity su Marte fanno pensare che l'ipotesi che un tempo li c'era un oceano più ampio del nostro, non sia un'idea poi tanto assurda. Alcuni cacciatori di UFO ritengono di avere trovati i segni e le testimonianze che un tempo in questo antico mare c'era vita.Immerso nella polvere del cratere Gusev, le immagini mostrano la presenza di quello che sembra essere una conchiglia rotta, di forma rotonda, che potrebbe essere la prova che su Marte un tempo vi era un oceano con tanto di creature viventi.Questo è il secondo avvistamento'marino' che viene fatto questa settimana dai cacciatori di alieni che già nei giorni scorsi avevano messo in evidenza quella che a tutti gli effetti sembrava essere il fossile di un pesce.

I teorici della cospirazione ufo ritengono che questa sia l'ennesima prova, che almeno un tempo su Marte vi fosse vita.

Waring pensa che questa conchiglia sia la prova che un tempo c'era vita su Marte

Il ricercatore Ufo Scott Waring ha affermato di aver visto questo guscio già nel 2012 e di averlo ritrovato in questa recente immagine della Nasa sempre nel cratere di Gusev. Secondo il ricercatore di ufo, quello che si vede sembrerebbe essere unaconchiglia di mare. Ricordiamo che il Rover Curiosity esplora la superficie di Marte dal giorno del suo atterraggio, cioè il 6 agosto 2012.Da allora, sul pianeta rosso sono state riportate tracce minori di acqua ancora presenti sulla superficie, che ha confermato che c'era acqua corrente liquida lungo la superficie circa 4,5 miliardi di anni fa.

Ennesimo caso di Pareidolia?

Da quello che si vede nelle immagini, il guscio sembra essere rotondo e la parte superiore del guscio essendo probabilmente più sottile si è spezzata. Del resto già molti scienziati hanno ipotizzato che parecchi miliardi di anni fa su Marte molto probabilmente vi erano oceani, dunque la cosa non stupisce più di tanto.

Ovviamente come sempre accade in questi casi, non tutti la pensano allo stesso modo. Vi sono anche coloro i quali pensano che si tratti dell'ennesimo caso di 'Pareidolia', che spinge le persone a vedere immagini conosciute nelle rocce del pianeta rosso.