Il tentato rapimento della piccola bambina è avvenuto questo week-end a Scoglitti,meravigliosa località di mare nel ragusano. L'indiano colpevole del reato,Ram Lubhaya di 43 anni, è stato prima fermato e poi rimesso in libertà, scatenando l'ira della madre della piccola. La donna non riesce a spiegarsi come sia possibile che, nonostante sia evidente che ha commesso il reato, la legge non abbia condannato l'uomo. Ai microfoni dei quotidiani che hanno intervistato la famiglia, la madre non si è certo messa i guanti perparlare della giustizia Italiana.

'La legge fa vomitare'

Queste le parole che la madre ha pronunciato senza mezzi termini. Racconta di come si sia avvicinato in maniera molto amichevole a loro mentre si stavano preparando per lasciare la spiaggia, poi con un gesto veloce ha preso la piccola con la testa sotto il braccio e si è messo a correre. Rincorso dai genitori della piccola, l'ha poi lasciata ed è scappato da solo, fino a quando la polizia lo ha catturato e condotto in caserma. Poi incredibilmente per ragioni che la famiglia non riesce ad accettare, il giudice ha decisodi rimetterlo in libertà; questo per un cavillo della legge.

La legge non prevede il reato non concluso

Il motivo per cui non è stato condannato, ma addirittura rilasciato, lo dice la madre con rassegnazione nella voce: 'Ci hanno detto che non ha concluso il reato, ma si è fermato perché noi gli abbiamo impedito di commetterlo.' In pratica, non avendo commesso il reato di rapimento, ma essendoci stato solo il tentativo di farlo, per la legge non ci sono gli estremi per il fermo.

Un paradosso della legge, non accettato dalla famiglia che avrebbe voluto la condanna o quantomeno l'espulsione della persona che si è macchiata del reato. In realtà quello che gli è stato detto è di dover essere felici che tutto è andato per il meglio, e la legge quindi non proseguirà il suo corso nei confronti di Ram Lubhaya. Fortunatamente le cose sono andate bene, e la piccola è al sicuro tra le braccia dei propri genitori.