Diventa sempre più incandescente il clima di intolleranza razziale nella Francia post-attentati. Un clima che si esprime e concretizza in episodi come quello che si è verificato ieri 29 agosto a Tremblay-en-France, a 30 chilometri Da Parigi.

Due donne velate, entrate nel ristorante 'Le Cenacle', sono state raggiunte dal proprietario del locale, il quale le ha cacciate senza mezzi termini.

I terroristi sono musulmani

"I terroristi sono musulmani e tutti i musulmani sono terroristi. Gente come voi non la voglio qui. Ve ne state approfittando. Andatevene".

Queste le parole dell'uomo che mal sopportava anche l'uso del velo da parte delle due donne.Immediata la reazione di una delle due, la quale ha replicato:" Non vogliamo essere servite da persone razziste". Ma l'uomo ha risposto:" I razzisti non uccidono la gente".A queste parole le donne hanno lasciato il ristorante. Ma l'accaduto ha suscitato un'eco immediata. L'episodio infatti, ripreso col cellulare da qualcuno dei presenti, è stato 'postato' sul web e poi rilanciato dal sito Islam&Info, facendo subito il giro dei social network.

Numerose le reazioni e le polemiche che hanno indotto il procuratore di Bobigny ad aprire un'inchiesta.

Francia razzista?

La Francia che, a partire dalla strage di Charlie Hebdo, è stata teatro di numerosi attentati terroristici e ha visto così scorrere il sangue di innocenti, vittime di una furia omicida inarrestabile e imprevedibile, sta radicando un atteggiamento di profonda intolleranza razziale.Che l'integrazione abbia rappresentato sempre un problema per questa nazione, così aperta e culturalmente progredita, è ben noto ( si pensi alle periferie di Parigi), ma negli ultimi tempi si stanno consolidando atteggiamenti discriminatori e tendenzialmente islamofobici che acuiscono l'odio e possono essere terreno fertile per ogni propaganda terroristica.

Ma la paura di nuovi attentati e il coinvolgimento emotivo generano questo tipo di atteggiamento, talvolta, discutibile.Il ristoratore, protagonista di questa vicenda subito balzata alle cronache, scusatosi poi con i manifestanti musulmani accorsi dinanzi al suo locale, è in realtà uno dei tanti e rappresenta la 'voce', spesso inespressa, di una Francia provata, ferita.Una nazione che vive in uno stato di perenne allerta, come del resto tutta l'Europa, e vede nell'inarrestabile ondata migratoria la piaga che insanguina troppo spesso le sue strade.