Ammonterebbero a due mila gli ostaggi che, secondo quanto affermato dai media locali, sarebbero stati liberati nelle scorse ore dalle mani violente ed insanguinate del Califfato. Immagini toccanti quelle delle donne che, mentre i soldati diAl Baghdadiabbandonano la roccaforte da tempo sottomessa, abbracciano le soldatesse dell'Ypg curdo, esultando e strappandosi di dosso il proprio burka gettandolo per terra e dandolo alle fiamme. Una esultanza simile viene messa in pratica anche dagli uomini che non temono certo di mostrarsi al pubblico mentre si tagliano la barba l'un l'altro.

Segni di esultanza che non lasciano certo spazio alle critiche. Segni di esultanza che mostrano realmente la felicità e la vita che torna a farsi strada nella vita di uomini realmente liberi dopo anni di sofferenze e sottomissione. Gioia che ha iniziato ad infuocarsi quando imilitari dell'ISIS sono fuggiti verso il confine con laTurchia di Jarablus, a bordo di circa cinquecento veicoli.

La gioia nel dolore passato

La battaglia che ha avuto come scenario quello di Mambij ha portato sì alla liberazione, ma ha lasciato alle proprie spalle centinaia di vite strappate da quei bombardamenti assidui ed incessanti, così come accade in tutte le guerre che giornalmente vengono combattute nel resto del mondo.

Stando a quanto comunicato dall'Ondus (l'osservatorio nazionale per i diritti umani della Siria), le vittime, tra i civili, ammontano a quattrocentotrentotto e di certo non potranno e non dovranno essere dimenticate non solo dalla popolazione, ma dai militari stessi. L'ong ha successivamente aggiunto che l'ISIS ha deciso di abbandonare la roccaforte in seguito ad un accordo sostenuto dai medianti locali cheha permesso dunque alle forze siriane di prendere possesso della città senza ulteriori spargimenti di sangue.

Nel frattempo le milizie libicheAl-Binyan Al-Marsous hanno provveduto ad annunciareil proprio controllo della stazioneradio di Sirte, che sembrerebbe essere uno dei maggiori centri in cui l'ISIS diffondeva la propria propaganda.