Londra. Alle ore 2:47 del mattino, i servizi di sicurezza a protezione dell’ambasciata dell’Ecuador, hanno scongiurato un tentativo di effrazione. Un uomo, nel cuore della notte, è stato sorpreso mentre si arrampicava lungo le mura dell’edificio dove risiede il fondatore di wikileaks, Julian Assange. Vistosi scoperto, l’intruso si è dato alla fuga.

Cercava di Uccidere Julian Assange?

Le ragioni del gesto non sono state ancora rese note, ma l’obiettivo era uno degli ospiti dell’edificio. È doveroso rammentare che l’ambasciata dello stato dell’Ecuador nella città di Londra costituisce ormai da tempo il rifugio di Julian Assange.

Il fondatore di Wikileaks, per mezzo del proprio portale, ha reso note alla collettività informazioni vitali e di pubblico interesse. Notizie spesso indebitamente occultate da Stati formalmente democratici e Società Multinazionali. Come, ad esempio, i rapporti ambigui e discutibili tra alcuni istituti finanziari e associazioni criminali, coinvolte nel traffico di sostanze stupefacenti e riciclaggio di denaro sporco. Da ultimo, hanno suscitato scalpore le rivelazioni sui dossier statunitensi inerenti la candidata alla casa bianca Hillary Clinton e i legami con i di lei finanziatori. Non può negarsi, quindi, come siano in molti a volere mettere a tacere il fondatore di Wikileaks. Ed è proprio tale circostanza ad avere spinto lo stato dell’Ecuador a concedere, al giovane informatico australiano, lo status di rifugiato politico.

Le minacce di morte al fondatore di Wikileaks

È di palese evidenza come tale condotta sia costata ad Assange l’inimicizia di numerosi potentati economici, politici e criminali. Se da un lato vi è chi, cercando di sviare l’attenzione dell’opinione pubblica dalle informazioni diffuse, lo ha accusato di essere il portavoce dei servizi segreti Russi, dall’altro in molti lo vorrebbero zittire in via definitiva.

Ed, infatti, dopo avere reso nota l’intenzione di pubblicare ulteriore materiale inerente la Campagna Elettorale USA 2016, a moltiplicarsi sono state le minacce di morte. Lo stesso Assange in una intervista pubblicata dal Telegraph lo scorso 29 luglio ha reso noto che “La sicurezza interna è in allarme. Mi è stato sconsigliato di avvicinarmi alle vetrate dell’ambasciata, in quanto si teme la presenza di tiratori scelti”. Si teme, dunque, per la sua sicurezza.