Erano le 3.36 di questa mattina quando un violento terremoto di magnitudo 6.0 con epicentro nel reatino ha coinvolto un ampio spazio del centro della nostra penisola, tra Lazio e Marche. Da quel momento si stimano oltre 150 scosse, che hanno provocato la devastazione di interi paesi e centri abitati, nonchè la morte di decine e decine di persone, la cui stima è ancora necessariamente solo orientativa ma che si ritiene sia di oltre 60 abitanti. I centri più colpiti sono tra Amatrice e Accumoli, in provincia di Rieti, e Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno.

Amatrice non esiste più

Amatrice è stata letteralmente travolta e spazzata via, proprio nella settimana di maggior afflusso turistico per via della 50esima sagra del tradizionale piatto degli spaghetti all'amatriciana che si sarebbe dovuta tenere il 27 e 28 agosto prossimi. Nella cittadina si continua ad assistere agli estremi tentativi di soccorso nei confronti di chi è rimasto schiacciato dai palazzi crollati, mentre il sindaco Sergio Pirozzi parla di decine di vittime e si prepara ad allestire un luogo deputato alla raccolta delle salme.

Sul corso della cittadina resta in piedi solo il campanile della Torre Civica, con le lancette dell'orologio ferme all'ora della tragedia.

Ad Accumoli si cerca di estrarre vivi i sopravvissuti

Ad Accumoli la prima squadra dei pompieri è arrivata oltre tre ore dopo la prima scossa, a causa delle difficoltà dovute ai numerosi crolli che hanno reso impraticabili le strade limitrofe. Luciano Peri, 58 anni, sepolto dalle macerie della propria abitazione, è riuscito a far sentire la propria voce soffocata dai calcinacci ed è stato estratto vivo proprio poche ore fa.

Una bolla d'aria creatasi sotto il tetto della casa, che era crollata completamente sull'uomo, gli aveva consentito di continuare a respirare. E di chiedere aiuto.

A Fonte del Campo, frazione di Accumoli dove si è generato il Terremoto, si cerca di disincagliare Giovanni Volpetti, 45 anni, sopravvissuto alla devastazione e tenuto in vita da una flebo che i vigili del fuoco sono riusciti ad inserirgli, dopo essere riusciti ad estrarre dall'appartamento la madre, di 79 anni.

Tra le rovine della casa hanno scavato un passaggio e insieme con gli uomini della protezione civile e gli speleologi tentano da ore di raggiungerlo ed estrarlo dalle rovine. Una barella rossa è pronta a sostenerlo, di fronte allo sguardo attonito degli abitanti scesi in strada, che lo conoscono da una vita e lo chiamano “Gianni”.

La famiglia Tuccio non ce l'ha fatta: Andrea e Graziella, genitori di un bambino di 9 anni e di un neonato di 8 mesi, sono morti insieme con i propri figli, schiacciati dal terremoto. Il sindaco, Stefano Petrucci, sostiene che non vi sia più alcuna abitazione agibile, mentre i 667 cittadini residenti si domandano cosa stia accadendo: tutto il paese è in strada e ognuno si guarda intorno cercando volti, sguardi.Provando a capire chi c'è e chi non c'è più.

Irina ce l'ha fatta, portata fuori viva dalle macerie dopo 7 ore, e altrettanto 50 ragazzi di Chianciano Terme che erano in gita ad Amatrice. Il bilancio dei morti e dei dispersi continua a salire, mentre migliaia di persone si domandano dove andranno a vivere, da domani.