A Caltanissetta è stata abbattuta la tribunetta Prato del campo sportivo di viale della Regione, nell’ambito di una serie d’interventi di ristrutturazione, manutenzione ordinaria e straordinaria, in vista del prossimo campionato di Eccellenza, che vedrà ai nastri di partenza anche la massima espressione calcistica cittadina, la Nissa. Al posto di quella tribunetta, che rappresentava un pezzo di storia di un impianto fortemente legato alle gesta della squadra biancoscudata, potrebbe essere collocata una tribunetta smontabile. O lo stesso spazio potrebbe essere destinato ad altro.

Se ne saprà di più prossimamente.

Settore spauracchio per i portieri avversari

Su quella tribunetta del Prato, lato viale Trieste, hanno gioito e tifato diverse generazioni di tifosi, dalla promozione della Nissa in Serie D alla fine degli anni Settanta a quella in Serie C2 negli anni Ottanta, fino ai successi della società presieduta da Valerio Terenzio negli anni Novanta. La breve distanza dal rettangolo di gioco, in particolare da una delle porte, era una vera e proprio sofferenza per gli estremi difensori delle squadre avversarie, a stretto contatto con i tifosi locali. Una questione di pochi centimetri, con conseguenze facilmente intuibili per la concentrazione e la serenità de numeri uno in trasferta, almeno per quarantacinque minuti.

Domenica esordio della Nissa al “Tomaselli”

Ancora da definire, intanto, il futuro dello stadio, costruito negli anni Trenta, quando la prima squadra cittadina era l’Unione sportiva Nissena. Il Piano regolatore generale prevede nello stesso luogo un’area verde, salvando solo le strutture murarie di valore storico. Nel frattempo, lo Sport club Nissa ha deciso di disputare anche la prossima stagione nello stesso impianto in terra battuta, attualmente indisponibile per i lavori in corso, e domenica 28 “emigrerà” allo stadio “Marco Tomaselli” di contrada Pian del lago.

Previsto l’esordio in Coppa Italia, contro il Mussomeli. Una struttura più moderna, con manto erboso e oltre il triplo dei posti a sedere rispetto al “Palmintelli”, ma ritenuta troppo lontana dal cuore della città.