Il governo turco ha trionfalmente annunciato di essere riuscito a liberare dai miliziani del sedicente Stato islamico l'intera area a ridosso del confine con la martoriata Siria nei pressi della cittadina di Jarablus, in cui nei giorni scorsi ci sono stati accesi combattimenti che hanno causato anche molte vittime civili.

Secondo i militariturchi la liberazione del confine turco-siriano dai miliziani dell'ISIS sarebbe una prima grande vittoria contro l'estremismo islamico e permetterebbe ai cittadini turchi che vivono nelle città diconfine di stare più tranquilli senza il timoredi infiltrazioni di combattenti jihadisti.

Una zona strategica

La zona diconfine tra Siria e Turchia è strategica perché è una sortadicuscinetto tra Medio Oriente e mondo occidentale, visto che tutti coloro che cercano di fuggire dallezone di guerra passano dalla Turchia e che la Turchia è anche il Paese che può essere considerato più occidentalizzato della regione, e per questo il governo turco vuole che sia particolarmente protetta da attacchi terroristici. Da questazona passano anche le imponenti masse umane di migranti chefuggono dai loro Paesi devastati da guerra e fame con la vana speranza di un futuro migliore in Europa; il controllo dei flussi migratori è al centro di un controverso accordo tra Ankara e l'Unione Europea e per questo ricopre una grande importanza nella geopolitica globale.

Anche la lotta al terrorismo si basa sul controllo di queste località che segnano un po' il confine tra guerra e pace: da località come Jarablus sono transitati moltissimi di quei foreign fighters che poi si sono resi responsabili di alcuni attacchi terroristici che hanno insanguinato pesantemente alcune grandi città europee come Parigi e Bruxelles.

Le manovre turche

Le truppeturche continueranno a combattere i miliziani islamisti e a proteggere le tanto delicate zone diconfine con la Siria; il governo di Ankara starebbe pensando di costruire un muro in cemento armato nei pressi della cittadina diKarkamis, che si trova sulle rive del fiume Eufrate.

Obiettivodei turchi è anche quellodicacciare i combattenti delle milizie curdenella parte dell'Eufrate, per impedireche i curdi possano approfittare della situazione caotica per unire tutti i loro territori e formare una entità statuale autonoma ostile alla Turchia: questo per Erdogan sarebbe lo scenario peggiore.

In Turchiai curdi sono da sempre malvisti e considerati traditori e secessionisti; il PKK è considerato un nemico forse ancora peggiore degli islamisti.

Nuovi incontri diplomatici

Il Segretario di Stato degli Stati Uniti John Kerry e il Ministro degli esteri russo Lavrov nei prossimi giorni si incontreranno nuovamente per fare il punto della situazione in Siria e per cercare un accordo su una possibile soluzione diplomatica del conflitto; un tema fondamentale è la possibilità di aprire corridoi umanitari per permettere a chi vuole fuggire di farlo e alle organizzazioni umanitarie di portare aiuti alla popolazione.

Il punto che ancora divide Stati Uniti e Russia è il destino del dittatore siriano Assad una volta terminato il conflitto: Washington chiede da sempre che sia allontanato dalla scena pubblica e che vengano organizzate elezioni democratiche, mentre Mosca vorrebbe che rimanesse al suo posto per organizzare il futuro assetto istituzionale della Siria.