Lo scrittore giordano di 56 anni, nahed hattar, è stato assassinato oggi 25 settembre con tre colpi di arma da fuoco mentre si recava al tribunale del centro di Amman. Lo scrittore era stato arrestato lo scorso 13 agosto dopo aver postato sul social di Facebook una vignetta anti-Isisconsiderata offensiva per i musulmani, un "insulto" alla religione. Secondo la stampa locale il killer è stato arrestato al momento dell'accaduto.

La vignetta che è costata la vita a Nahed Hattar

La vignetta condivisa il 12 agosto scorso dal titolo "Il Dio del Daesh" ritraevail ministro delle finanze dell'Isis Abu Saleh a letto con due donne e chiedeva a Dio di portargli da bere.

La caricatura in questione aveva le intenzioni di ridicolizzarei jihadisti, mettendo in mostrala loro strana visione di religione.

L'accusa

Hattar veniva arrestato il13 agosto per"incitamento alla discordia confessionale e insulto all'Islam e la pubblicazione dimateriali di stampa, immagini o disegni tesi a ferire la fede o la sensibilità religiosa". Lo scrittore era stato liberato nel mese di settembre su cauzione, ma, ancora sotto processo, rischiava fino a un anno di carcere. Hattar non era la prima volta che veniva accusato: in precedenza era stato assolto anche da diversi altri processi tra i quali l'oltraggio al re Abdullah II.

La difesa

Proprio a seguito delle accuse, Hattar spiegò su Facebook che non era sua intenzione offendere i musulmani, ma semplicemente far comprendere lo stranoconcetto di "Dio e Paradiso" secondo l'Isis.Nahed Hattar era piuttosto conosciuto in Giordania, considerato un intellettuale abbastanza controverso in quanto si era ritrovato più volte in tribunale a difendere le proprie opinioni.

Hattar era sempre accompagnato e seguito dal suo avvocato Faisal al-Batayneh, avvocato che questa volta si rifiutò "per ragioni religiose" di occuparsi della faccenda dopo aver assistito Hattar nell'interrogatorio davanti al magistrato. Una scelta che dunque lascia comprendereil climache si era creato intorno al caso.