"Nostro figlio è stato torturato per giorni da professionisti della tortura. Lo hanno usato come se fosse una lavagna". Sono le parole dei famigliari di Giulio Regeni relative all'autopsia sul corpo del giovane e che riportano alla luce altre incredibili e strazianti risultati. Volto sfigurato, denti e ossa rotte, tumefazioni, tagli e bruciature ovunque e quattro o cinque lettere marchiate con una lama. Tutti questi fattori mostrano chiaramente la veridicità della tesi della tortura e negano, con altrettanta evidenza, la possibilità di riuscita delle inchieste egiziane che concentrano l'attenzione su un rapimento o incidente stradale.
Il referto dell'autopsia italiana
È di 225 pagine la relazione del professor Vittorio Fineschi, documentate con tantissime fotografie, testimonianza ancora più potente della gravità della situazione. Nel referto si legge come“sulla regione dorsale a sinistra della linea si trovano un complesso di soluzioni disposte a confermare una lettera”. Segni riscontrati "anche all'altezza dell’occhio destro, a lato del sopracciglio e poi sulla mano sinistra dove c’era una X".
La perizia rende ancora più lampante, se mai ce ne fosse stato bisogno, che siamo di fronte ad una tortura compiuta da veri e propri professionisti, come sottolineano i genitori di Regeni. Inoltre, chi si è macchiato di questi terribili atti, lo ha compiuto in giorni e tempi diversi secondo l'autopsia.
La rabbia dei genitori
"È evidente che non si possa parlare di incidente e non riusciamo ancora a capire come si possa dubitare che Giulio sia stato torturato: c'è un'azione mirata e sistematica sul suo corpo" accusano i famigliari del ricercatore, secondo cui siamo di fronte ad "azioni che possiamo ricondurre alle modalità già variamente e riccamente illustrate da vari rapporti internazionali, come quelli di Amnesty".
La madre e il padre di Regeni si augurano che queste novità riguardo la terribile fine del figlio possano muovere qualcosa e soprattuttol'egitto dalla propria posizione."Siamo abituati ai depistaggi, siamo in una sorta di sospensione ma non rinunceremo mai alla verità" affermano i genitori di Giulio. Nelle prossime ore gli investigatori del Cairo incontreranno la squadra italiana capitanata da Giuseppe Pignatone. Ieri intanto erano arrivati documenti da Cambridge e altri sono in arrivo nei prossimi giorni.