"Non c'è più il sostegno francese a questo negoziato, chiediamo l'arresto delle trattative". Non usa giri di parole il vice ministrodel Commercio estero del governo francese, Matthias Fekl, per chiudere forse definitivamente ogni prospettiva futura di accordo tra Europa e Stati Uniti sul TTIP.
Una dichiarazione quella del vice ministro francese che fa il paio con quella del vice cancelliere e ministro dell'economia tedesco,il socialdemocratico Sigmar Gabriel, che aveva commentato duramente sulla possibilità di arrivare ad un accordo: "I colloqui con gli USA sono di fatto falliti perché noi europei non dobbiamo capitolare di fronte alle richieste americane: niente si sta muovendo in avanti".
La posizione europea
Alle parole dei due rappresentanti tedeschi e francesi hanno risposto però la Commissione Europea e la cancelliera Angela Merkel per ribadire che i negoziati tra UE e USA andranno avanti con l'obiettivo di raggiungere un accordo conclusivo sul TTIP.
Secondo il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, la Commissione europea ha "compiuto progressi costanti negli attuali negoziati sul TTIP", aggiungendo inoltre che "le trattative commerciali richiedono tempo, il processo è comunque in funzione". Sempre all'interno della conferenza stampa Schinas ha sostenuto la tesi che "i negoziati stanno raggiungendo un punto cruciale e l'accordo si potrà chiudere entro la fine dell'anno se le condizioni saranno soddisfatte".
"I negoziati non sono ancora finiti anche se riscontriamo differenti opinioni sul tema", ha confermato a sua volta il portavoce della cancelliera, Steffen Seibert.
I contrasti con l'opinione pubblica
Alla base delle dichiarazioni di chiusura delle trattative arrivate daMatthias Fekl eSigmar Gabriel sta il fatto che un sempre maggior numero di persone è totalmente contrario al Trattato Transatlantico di Libero Scambio e sta crescendo costantemente, soprattutto in Francia e Germania appunto, il popolo del No TTIP.
Secondo l'opinione pubblica europea il Trattato metterebbe a rischio la sicurezza alimentare e ambientale dei paesi, come emerso anche dai documenti riservati che Greenpeace è riuscito a diffondere al pubblico.
Inoltre va registrata la contrarietà, o quanto meno posizioni dubbiose, al TTIP mostrata da entrambi i candidati alla successione di Barack Obama per la Casa Bianca, uno dei principali sponsor dell'accordo.