Stava potando una siepe nel suo giardino, l'ignaro abitante di un villino poco distante dalla "casa degli orrori" di Seriate, la stessa in cui ha trovato la morte la "professoressa" Gianna del Gaudio, nella notte tra il 26 ed il 27 agosto scorso.Solo 400 metri di distanza, ma sufficienti per l'assassino, che pare si sia sbarazzato dell'arma del delitto, ritrovata appunto nella siepe durante la potatura.

Un cutter arrugginito ed insanguinato, e qualche avanzo di cibo - che sembrerebbe compatibile con quanto rinvenuto sulla scena deldelitto -, il tutto in un banale ed anonimo sacchetto di plastica, ed ora all'esame dei Ris di Parma.

Toccherà proprio ai Ris confermare o smentire se l'arma rinvenuta è la stessa che ha ucciso la donna, anche se gli inquirenti nutrono ben pochi dubbi al riguardo.

A Seriate, tutto tace

Nessun commento, nessuna dichiarazione: Seriate tace, e tacciono soprattutto i protagonisti di questa triste storia, che ha visto pressioni mediatiche continue, trasmissioni televisive incentrate sulla vicenda, dichiarazioni rilasciate a proposito e qualche volta a sproposito.Restano i giornalisti ad assediare la villetta, ma non ci sono piùle forze dell'ordine a piantonarla.

Le presunte invasioni con rottura dei sigilli sono state smentite dai diretti interessati; ma anche dagli inquirenti; la villetta è ormai abbandonata: il marito della vittima - con l'abitazione posta sotto sequestro - si è trasferito a casa del figlio, poco distante dal luogo del delitto.

Una convivenza forzata: la nuora se ne va

Ultima news da registrare, in ordine di tempo, è proprio la "fuga" della nuora di Antonio Tizzani, il marito della vittima: pare che la donna non potesse più reggere lo stress derivante dall'assedio dei media, dalle accuse di aver violato i sigilli in cerca non si sa bene di che cosa, ma soprattutto che non potesse più sopportare gli atteggiamenti dispotici del suocero, ospite appunto in casa sua.

Da qui, l'allontanamento, con i figli, dalla casa coniugale; ad ospitare la famigliola in fuga, i genitori di lei. La scelta di andarsene fatta dalla donna, però, getta ancor più dubbi sul marito della vittima, e rendono ancora più inconsistente la tesi dell'uomo incappucciato, che il Tizzani ha riferito di avere visto in casa sua, accanto al cadavere della moglie.

Un quadretto familiare, quello che va delineandosi, tutt'altro che idilliaco: i rapporti tra i due coniugi sono stati scandagliati a fondo dagli inquirenti, sia con indagini svolte a Seriate, sia nel paese di origine dell'uomo.

Di Tizzani emerge un ritratto di "padre padrone": violento, dalla mentalità retrograda ed autoritario; e le conferme arriverebbero proprio dall'autopsia effettuata sulla vittima, dalla quale pare siano emersi maltrattamenti subiti dalla donna, anche se mai denunciati alle autorità.

Un quadro che aggrava ancor di più la posizione di Tizzani. Sulle sue presunte - o possibili - responsabilità nell'atto criminoso, molte risposte arriveranno proprio dalle indagini che stanno conducendo i Ris.