Era il 2013 quando i profughi hanno cominciato ad ammassarsi sulla frontiera siriano/giordana in seguito alla chiusura della stessa e a distanza di 3 anni, a settembre 2016, il numero è più che quadruplicato stando alle stime di Amnesty International. Questo aumento esponenziale lo si deve soprattutto al blocco imposto a qualunque mezzo, aiuti umanitari inclusi, imposto dal governo Giordano per motivi di sicurezza in seguito all'esplosione di un'autobomba.

La situazione all'interno dei campi improvvisati è a dir poco penosa: le immagini satellitari mostrano buche dove sono presumibilmente seppelliti cadaveri e le epidemie sono all'ordine del giorno a causa delle scarsissime condizioni sanitarie: "La situazione umanitaria è molto grave, soprattutto quella dei bambini.

Abbiamo acqua potabile ma poco cibo e latte" dice un abitante del campo di Rakban, uno degli insediamenti più ampi.

La situazione sembra essersi relativamente smossa da quando diverse ONG si sono interessate al fatto e ne hanno trasmesso la notizia alle redazioni internazionali più importanti, ma rimane poco chiaro se il governo Giordano abbia intenzione di sbloccare le frontiere. Nel frattempo, migliaia di persone rimangono bloccate in un deserto dove, stando a Medici Senza Frontiere, nel picco estivo si toccano temperature di 50C e si sperimentano condizioni tra le più estreme sperimentabili sul pianeta.

Un popolo distrutto e malvoluto

Così si ripresenta la situazione siriana e dei suoi abitanti, popolo ormai in esodo da una patria che non può offrire nulla se non morte e disperazione, spesso destinato a non trovare maggiore fortuna nei paesi ospitanti.

Dei più di 4 milioni di profughi scappati dalla Siria in seguito alla guerra civile e alle scorribande dello stato islamico, molti si trovano dopo anni ancora di fronte a porte sbarrate e frontiere bloccate, con la speranza di poter ritrovare una casa dopo aver dovuto abbandonare la propria, distrutta da una guerra di cui non hanno colpa. La speranza è che la morte di questi innocenti non passi inosservata e si possano risolvere situazioni come quella di questi profughi.