Giù le mani dalle pensioni d'oro! Non le ha certo mandate a dire - com'è nel suo stile - l'ex parlamentare ed ex sindaco di Taranto Giancarlo Cito, ospite questa mattina della trasmissione "Mattino 5". Con lui in studio anche l'onorevole Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia), che ha provato a spiegare le ragioni di questo provvedimento, attualmente in esame alla Camera, con scarso successo.
Infatti Giancarlo Cito non vuole affatto rinunciare al suo vitalizio. "Non è costituzionalmente corretto - ha detto - La Boldrini non può farlo". Già, perché è stata proprio la Presidente della Camera Laura Boldrini a dire stop ai vitalizi per tutti gli ex parlamentari condannati, eCito rientra tra loro.
Risale al 1997, infatti, la sua condanna in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa che lo ha portato, nel 2007, a scontare quattro anni di carcere. E poi ancora, nel 2011, una condanna a cinque anni e sei mesi di reclusione nell'inchiesta sul caso Cervelli, la ditta di trasporti che si ritrovò a corrispondere una tangente di 80 milioni di vecchie lire per il rinnovo di un appalto comunale, quando la poltrona di primo cittadino era occupata proprio da Cito: pena scontata con l'indulto e affidamento ai servizi sociali. Ma non è tutto.
Violenza privata, tentata concussione, abuso d'ufficio, falso ideologico. Queste le accuse per l'ex parlamentare nel 2012, quando la Cassazione lo ha condannato a due anni di carcere nel processo relativo alla mancata autorizzazione d'uso dello stadio Iacovone al Taranto Calcio:fatti risalenti al 1996.
Non trascorrono molti giorni, quando arriva la condanna definitiva a quattro anni di carcere per tangenti. Insomma, un curriculum giudiziario tutt'altro che trascurabile. Giancarlo Cito, però, non molla. Dopo aver lanciato la sua sfida ("sarò il prossimo sindaco di Taranto"), attacca l'onorevole Meloni, forte sostenitrice dello stop ai vitalizi per gli ex parlamentari, soprattutto se condannati: "Stai zitta!" le intima il pugliese; "Piuttosto muoio!" replica la romana.
Un botta e risposta che, dopo pochi minuti, si trasforma in un monologo dell'ex parlamentare, al quale nessuno in studio sa dare risposta. Eh già, perché di fronte al dialetto tarantino - a meno che non si sia del posto - diventa difficile replicare. La situazione poi degenera quando Cito tira in ballo i soldi dati agli immigrati:"Li togliessero a loro!
- urla dalla poltrona in pelle del suo ufficio - C'è gente che muore di fame". Una frase che non è andata giù al conduttore di "Mattino 5", Francesco Vecchi: "Dia i suoi soldi a chi muore di fame!", replica il giornalista.
Insomma, ancora una volta Giancarlo Cito non ha perso occasione per mettersi in mostra. Lo ha fatto a modo suo, con il suo estro, il suo essere eccessivo sempre e comunque. Di certo, la sua immagine non ne è uscita vincente. Ma d'altra parte, cosa avrebbe da perdere? A parte il suo vitalizio, si intende.