Al via in Emilia-Romagna la nuova legge che prevede come requisito l'avvenuta vaccinazione per i bambini che vorranno essere iscritti all'asilo nido. L'obiettivo principale sarebbe quello di tutelare la salute dei bambini e garantire la prevenzione ad eventuali malattie prevenibili grazie alle vaccinazioni. Parte quindi dall'Emilia Romagna l'iniziativa diventata adesso legge, e che non esclude eventuali polemiche da parte di genitori ed addetti ai lavori che attualmente non hanno ritenuto fondamentale vaccinare i propri bambini.

Vaccini, tra polemiche e denunce arriva la legge

L'argomento vaccini è stato trattato in più sedi e con toni diversi, spesso anche accompagnato da denunce di genitori e categorie di settore. Una delle polemiche nasce da denunce presentate da alcuni genitori che si ritengono vittime delle vaccinazioni e, nello specifico, del vaccino della meningite e di quello tetravalente. L'episodio incriminato risale all'anno 2014, quando il Tar della Sicilia decise sul conto di un ragazzo, nonostante la scienza abbia smentito più volte il collegamento tra i vaccini e la possibile interazione con l'autismo, che a seguito del vaccino tetravalente divenne affetto da autismo. Il giudice decise che il Ministero della Salute avrebbe dovuto risarcire la famiglia con un risarcimento danni di 250.000 euro, somma che il Ministero opponendosi alla sentenza, non ha ancora pagato.

La campagna per i vaccini e la storia di Bebe Vio

Di contro alle testimonianze che vedono colpevoli i vaccini di procurare degli affetti collaterali gravi, esistono testimonianze d'eccellenza che dimostrano quanto propagandato dal governo e dal Ministero della Sanità. Prima tra tutte, la testimonianza dell'atleta Paralimpiadi Bebe Vio, che all'età di 10 anni a causa di una meningite rischiò di perdere la vita.

I medici per salvare la Vio dovettero amputargli gambe e braccia. Ora l'Emilia Romagna, con l'emanazione di questa nuova legge che prevede i vaccini obbligatori per frequentare asili nido, potrebbe creare un effetto a catena in tutta Italia e pertanto, anche altre regioni potrebbero decidere di adottare lo stesso provvedimento per salvaguardare la salute dei bambini.