La sentenza di primo grado è ufficiale: l'hotel "La Sonrisa" di Sant'Antonio Abate (Napoli) è frutto di una lottizzazione abusiva compiuta dai familiari di Don antonio polese, proprietario dell'immobile e star del noto reality "il boss delle cerimonie", in onda sul canale Real Time. Quindi l'albergo deve essere confiscato e, probabilmente, diventerà un bene pubblico; il tribunale di Torre Annunziata ha così accolto le richieste del pm e condannato ad un anno di arresto e a 30.000 euro di ammenda Agostino Polese e Rita Greco, rispettivamente fratello e moglie di Don Antonio, mentre altri due imputati sono stati assolti.

Secondo il magistrato, quindi, il reato di abusivismo sussiste per ordinare la confisca dell'immobile; tuttavia, il sequestro non è automatico e quasi sicuramente i condannati presenteranno ricorso in appello. Insomma, potrebbe definitivamente tramontare la sfolgorante parabola della Sonrisa e del programma tv di organizzazione di matrimoni, già compromessi dai recenti problemi di salute di Don Antonio (che, in realtà, si chiama Tobia all'anagrafe).

Il sequestro e il programma tv

Antonio Polese, che si è appena rimesso dal ricovero in ospedale per scompensi cardiaci, non compare comunque tra le carte del rinvio a giudizio; infatti, è ritenuto solamente il gestore di fatto dell'immenso complesso turistico, quindi è privo di ogni responsabilità per gli abusi edilizi continuati che hanno portato al sorgere della Sonrisa.

L'hotel era già stato sequestrato cinque anni fa, ma era rimasto aperto al pubblico in quanto la Procura aveva permesso ai proprietari di proseguire comunque con l'attività imprenditoriale. Se comunque la lottizzazione abusiva sarà confermata in tutti i gradi di giudizio, l'hotel potrebbe diventare un patrimonio dello Stato.

Ma, secondo i difensori dei condannati, la confisca potrebbe anche decadere, perchè il giudice ha applicato il provvedimento relativamente anche alle proprietà degli imputati assolti. Insomma, non sarebbe la fine dell'immobile reso celebre non solo dal format di Real Time, ma anche dal film "Reality".