Le voci dei soccorritori, le fiamme che avvolgono il traghetto, il misterioso silenzio del porto di Livorno dopo l'incendio della Moby. A 25 anni dal disastro del Moby Prince, il traghetto che si scontrò con una petroliera il 10 aprile del 1991 e che portò alla morte di 140 persone, Le Iene hanno riportato in onda le incredibili immagini di quella notte.

Tutti i misteri del Moby Prince

Perchè nessuno tentò di salvare le vittime? E' questa la domanda più ricorrente che si pongono i familiari delle vittime. 'Purtroppo non c'è nulla da fare' si sente chiaramente in uno dei tanti audio di quella notte.

Non è vero, molte delle persone erano ancora vive. Perchè ad un'ora dallo scontro, con un superstite uscito da quell'inferno dopo un'ora e mezza, si decise di non provare a salire su quel traghetto?

Gregorio De Falco: 'Non c'è stato un soccorso coordinato, non si provò a salvare le vittime'

Il comandante Gregorio De Falco, diventato famoso per lo schianto della Costa Concordia quando ordinò a Schettino di risalire a bordo, è stato ascoltato un anno fa da una commissione d'inchiesta del Senato e intervistato dalla 'Iena' Gaetano Pecoraro: 'Non c'è stato un soccorso coordinato, mi risulta che quella notte non si trovò per un'ora il traghetto del Moby Prince, che era comunque un traghetto assolutamente visibile per le sue dimensioni e a soli 3 miglia dalla costa.

Si doveva cercare - ha proseguito De Falco - ma tocca all'allora comandante Sergio Albanese, ammiraglio della capitaneria di porto di Livorno di allora e responsabile dei servizi di soccorso di quella notte, rispondere a quelle domande'. Le Iene hanno riproposto un'intervista di quella notte dove Albanese racconta il dramma di quei momenti: 'Era inferno dantesco, noi eravamo li con rimorchiatori e motovedette dei vigili del fuoco'.

E invece no. Quei mezzi erano tutti alla petroliera Agip (la nave colpita) e non alla Moby dove c'erano soltanto due rimorchiatori che, in quell'audio, dicevano di girare attorno al traghetto, ma non a spegnare le fiamme. Perchè?

Nel servizio delle Iene sono state mostrate le foto di alcune camere, rimaste intatte durante l'impatto: 'In alcune cabine erano integre e così anche in alcune zone del ponte'.

All'interno del traghetto c'erano degli spazi di vivibilità, tanto che al momento dei recupero dei corpi, alcuni di questi non erano bruciati e furono trovate delle impronte di mani in diverse zone della nave.

L'ammiraglio Albanese: 'Nessuno è colpevole'

Albanese è stato sentito dalla commissione d'inchiesta, ma le sue risposte sono state secretate. 'Nessuno è colpevole per non aver fatto l'impossibile' ha risposto in una fugace intervista alle Iene. 'Come si fa a salire su una palla di fuoco?' si è giustificato Albanese. 'Chi dice che le stanze erano intatte, dice un falso. Sono foto taroccate'. Da chi? Albanese non ha saputo dare una risposta. Di sicuro in quella notte dei misteri c'erano tante navi davanti al porto di Livorno, tra cui alcune americane piene di armi. 'C'era anche della nebbia che impediva di vedere dal porto le due navi in fiamme'. Eppure, nel rapporto di quella notte, si scrisse che la visibilità era perfetta...