Rosy Bindi, ritenuta colpevole di atti di delinquenza politica, è solo l’ultima vittima del sanguigno (sanguinario) Vincenzo de Luca. Per il governatore della Campania è un’infame e merita di morire. Le dichiarazioni rilasciate durante la trasmissione Matrix del 15 novembre come al solito sono a ruota libera, alla faccia del politicamente corretto e, in casi come questo, anche scioccanti. Probabilmente erano mesi che stava aspettando l’occasione di sfogarsi contro la presidente della Commissione antimafia, colpevole di averlo inserito nella lista dei candidati impresentabili poco prima delle amministrative del 2015, e non se l’è lasciata sfuggire.

Secondo il suo punto di vista questo atto gli avrebbe fatto perdere dall’1,5% al 2% di voti.

De Luca scatenato sul M5s

Quest’episodio è stato preceduto pochi mesi fa da uno simile. A farne le spese le sue vittime predilette, i tre leader pentastellati Di Maio, Fico e Di Battista. Infatti lo scorso 10 settembre nel corso del suo intervento settimanale su Lira Tv, ha dedicato sedici minuti ad un’analisi impietosa sul momento di sbandamento che stava attraversando Virginia Raggi con la sua giunta, scatenatosi in una serie di battute da far dubitare che fosse lui e non Maurizio Crozza, che lo imita spesso.

Invece è proprio lui. Strapazza l’intero movimento e si scaglia contro i leader definendoli “tre mezze pippe, Luigino Di Maio il chierichetto, Fico il moscio (ovviamente) e l’emergente Di Battista, detto Dibba, il gallo cedrone.

Li qualifica come tre miracolati politici che si trovano nella posizione attuale perché sono riusciti a sfruttare l’onda grillina e, dulcis in fundo (rivolto ai tre): “che vi possino ammazzare tutti quanti".

Tutta la lunga vita politica di De Luca è costellata di queste esternazioni, spesso razziste, sessiste e violente, con linguaggio da bullo.

Ma dove ha dato il meglio di sé, sotto questo profilo, è stato quando era sindaco di Salerno. Il suo programma politico era semplice e lineare, senza mezzi termini. Nel 2007, sulla Politica da seguire per l’integrazione dei rom non ha dubbi: “Io smonto i campi dei rom e me ne frego di dove quella gente va a finire. Io li prendo a calci nei denti, il cielo stellato ce lo godiamo noi”.

Vigili urbani armati con manganelli e spray urticante

Nel 2013, da vice ministro alle infrastrutture inizia la sua campagna “cafoni zero”, dove per cafone intende la persona che compie atti di vandalismo. Episodi di vandalismo come quelli che si sono verificati a Salerno, nella “sua” piazza della Libertà, che lo spingono a concludere un intervento televisivo in maniera, diciamo, sarcastica: “Ammiro i poliziotti di Singapore che puniscono i cafoni con il nerbo di bue sulla schiena, senza processi. Che efficienza!». Infatti, a dimostrazione di quanto sarcasmo ci fosse nelle sue parole, arma i suoi vigili urbani di manganelli e spray urticante.

De Luca a Salerno è un mito. È stato sindaco per quattro volte di seguito a larghissima maggioranza.

Quando ormai non può più candidarsi perché ha raggiunto il numero massimo di mandati, decide di governare attraverso un suo alleato, De Biase. Ma non si preoccupa nemmeno di salvare l’apparenza. Sui manifesti si legge: “Per votare De Luca vota De Biase”. De Luca ha fatto tantissimo per Salerno e si è guadagnato il 75% di sostegno da parte dei suoi concittadini. Salerno ora ha dei servizi paragonabili ad una città del nord, realizzati senza badare a spese per cui si ritrova anche con 200 milioni di debiti.