delitto di Garlasco: Chiara Poggi aveva del DNA sotto le unghie, e a parte domandarsi come sia stato possibile scoprirlo solo nove anni dopo, non appartiene ad Alberto Stasi. Dunque caso riaperto e si ricomincia da capo, ma non del tutto: pare, infatti, che ci sia già, nel mirino degli inquirenti, la persona alla quale appartiene il codice genetico analizzato. Si tratta di un ragazzo che faceva parte della cerchia di amicizie della vittima. Sarebbe un amico, o meglio, un amico del fratello di Chiara, al momento considerato il sospettato numero uno.
Le analisi dei marcatori genetici confrontate con quelli di questa persona, potrebbero portare ad un'incredibile svolta in una vicenda cominciata il 13 agosto del 2007, quando Alberto Stasi chiamò il 118 per avvisare che c'era il corpo di una ragazza uccisa in Via Pascoli. Da qui è partita una vicenda di cronaca ricca di colpi di scena, con assoluzione prima e condanna poi nei confronti di colui che è sempre stato l'unico sospettato del macabro delitto: il fidanzato di Chiara.
Nel delitto di Garlasco indagini lacunose
Come mai la prova del DNA sotto le unghie di Chiara Poggi è stata ignorata per nove anni? Stando a diverse testimonianze di chi ha collaborato alle indagini, la presenza del codice genetico sotto le unghie della ragazza era un indizio noto fin da subito.
Il problema - hanno raccontato queste persone - è che i frammenti ritrovati erano troppo piccoli e, di conseguenza, gli esperti non avevano i mezzi necessari per poterli analizzare. Oggi, grazie ad apparecchiature altamente tecnologiche, la difesa ha potuto far esaminare i frammenti, giungendo ad un risultato attendibile e, allo stesso tempo, sorprendente.
Con la prova dell'incompatibilità fra le tracce di DNA ritrovate sul corpo della vittima e il codice genetico di Alberto Stasi, le indagini si stanno indirizzando verso un'altra persona.
Un amico del fratello di Chiara Poggi
Le indagini e i sospetti, ora, si stanno concentrando su un altro ragazzo, un amico del fratello di Chiara Poggi.
Ci si chiede come mai, una volta appurato che il DNA non fosse compatibile con quello di Stasi, subito si sia arrivati ad un altro indagato. E soprattutto ci si domanda perché i sospetti siano rivolti a questa persona, ancor prima di mettere a confronto i marcatori genetici.
Probabilmente, secondo gli esperti del caso, il ragazzo inizialmente era già stato tra i sospettati, ma poi non sarebbero emersi elementi sufficienti per provarne la presenza sul luogo del delitto. In altre parole, la polizia non avrebbe avuto delle prove per iscriverlo nel registro degli indagati. Il nuovo indizio emerso con le ultime analisi è una prova fondamentale e, se il DNA dovesse corrispondere, saremmo di fronte ad un'importante svolta sul delitto di Garlasco.
La madre di Alberto Stasi: "Sapevo che mio figlio era innocente"
Felice della nuova scoperta è la madre di Alberto Stasi, che in tutti questi anni ha sempre sostenuto l'innocenza del figlio, sicura che non avrebbe mai potuto uccidere Chiara Poggi. I due si amavano molto e, stando alle dichiarazioni della madre di Alberto, stavano già progettando il loro futuro insieme una volta terminati gli studi. Inoltre, entro pochi giorni da quel terribile giorno, sarebbero partiti insieme per le vacanze. La madre di Stasi ha anche aggiunto che i due erano felici e che Alberto non mostrava alcun segno di inquietudine: tutto procedeva come sempre nelle loro vite, e non vi sarebbe stato alcun motivo perché suo figlio uccidesse la fidanzata.