Arrivati alle ultime ore dell’anno, tocca fare un resoconto e soprattutto è doveroso guardarci indietro e in vista del futuro anno che ci attende alle porte, farci due conti per migliorarci e migliorare.
Dunque come è stato il 2016?
Secondo i dati Istat (Istituto Nazionale di Statistica), gli italiani si accomunano tutti sotto un unico grande sogno: avere un lavoro.
Nell’ Annuario statistico si distinguono due tipi di persone: quelle che non cercano un impegno ma che sarebbero pronte ad accettarne uno, e quelle che lo desiderano però non sono immediatamente disponibili ad accettarlo.
L’Italia è un paese di vecchi,
Al netto, purtroppo, è proprio così.
Ma in fondo cosa possiamo aspettarci da un paese in cui i giovani fuggono all’estero per continuare gli studi o cercare una soddisfacente occupazione e i Ministri del Lavoro dicono che essi fanno bene e che l’Italia può anche farne a meno?
A chiudere l’anno, infatti ci aspettano i numeri, che al contrario degli esseri umani, non sbagliano mai.
Entrando nel dettaglio, la regione più vecchia è la Liguria (246,5 anziani ogni 100 giovani), mentre quella più giovane risulta essere la Campania (117,3%); però, sono in entrambi i casi dati in forte crescita rispetto all’anno precedente (2015).
Uno dei problemi conseguenti alla mancanza di lavoro, è senz’ altro la diminuzione delle nascite a discapito di un aumento dei decessi (da 600 mila a 647.571 dal 2014 al 2015).
In calo, tra i dati Istat ci sono anche le nascite (sono passate da 502.596 a 485.780), i "proprietari di casa" (da 81,5% a 81% dal 2014 al 2015) e i proprietari di mutuo (da 19,3% a 17,7% dal 2014 al 2015) .
Passando ai trasporti, il mezzo preferito dagli italiani rimane l’automobile: sia per gli occupati(68,9%) che per gli studenti (37,3% ) essa rimane il mezzo abitudinario.
Ad aumentare in Italia
Ci sono anche i vizi, e soprattutto il fumo, maggiormente tra i giovani di età compresa tra tra i 25 e 34 anni (33,5%).
A restar intaccata è la sacralità del pranzo: per il 66,6% dei cittadini è il pasto fondamentale e più della metà lo consuma tra le pareti domestiche (72,7%) soprattutto al Sud (82,8%) e nelle Isole (83,1%).
Sommariamente quella di migliorare questi numeri è una bella sfida, e spetterà al 2017 dimostrare di esserne all'altezza.