Si è conclusa la fuga di uno dei presunti assassini di Antonio Rafael Ramirez, 37enne di Santo Domingo, aggredito a Milano in piazzale Loreto la sera del 12 novembre scorso. Il latitante si era rifugiato in Toscana, in una villetta di Bettolle, comune in provincia di Siena. È stato arrestato dalla Squadra mobile di Milano nella notte tra il 5 e il 6 dicembre, ma solo adesso è stato convalidato il fermo e sono ancora sconosciute le sue generalità. Si sa che è un 26enne dominicano, come la vittima. Il complice è ancora ricercato e, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe riuscito a lasciare l’Italia ma non l’Europa.
Le telecamere di una banca ripresero l’intera dinamica e permisero, anche grazie alle testimonianze dei passanti, di risalire all’identità dei due aggressori. Le stesse immagini permisero anche di stabilire che la brutalità dell’aggressione escludeva l’ipotesi di un episodio occasionale. Le indagini che hanno condotto al primo dei presunti assassini, sono state molto difficili, nonostante fossero note le loro identità, perché i due poterono contare sulla complicità di molti amici e conoscenti nella zona, riuscendo nelle 48 ore successive a nascondersi e pianificare un valido piano di fuga.
L’aggressione al ragazzo dominicano avvenne intorno alle 19 in una strada gremita di gente. Ramirez usciva da un barbiere in via Padova e riuscì a scappare fino a piazzale Loreto, dove fu raggiunto, accoltellato ripetutamente, in particolare alla scapola sinistra e con un profondo taglio dalla ascella all’anca, prima di essere colpito alla schiena con una pistola semiautomatica.
Fu trasportato all'ospedale San Raffaele ma due interventi per l’asportazione di un rene e successivamente della milza non furono sufficienti a salvargli la vita. Morì dopo due giorni.
A carico di Ramirez non risultarono precedenti penali. C’era solo il sospetto che facesse parte di qualche banda di spacciatori della zona per cui fu presa in considerazione l’ipotesi del regolamento di conti.
Ma su questo gli inquirenti sono molto prudenti perché le modalità dell’aggressione e la sua crudeltà nell’esecuzione potrebbero anche far pensare alla vendetta per uno sgarro nei confronti degli spacciatori della zona.
Dopo questo ennesimo episodio di violenza, il sindaco Sala chiese l’intervento dei militari a Milano per presidiare le zone più esposte al fenomeno della microcriminalità.
Infatti, attualmente, nell’ambito dell’operazione “strade sicure” sono presenti circa 750 unità, nella sola città di Milano. Il loro compito principale, in questo periodo, sarà quello di controllare le vie centrali dello shopping e la sicurezza delle strade impegnate nella movida fino a dopo Capodanno.