C’è un vero e proprio enigma dietro la vicenda della coppia di assassini di Saronno formata dall’infermiera Laura Taroni e dal dottore Leonardo Cazziga: dalle fonti sembrerebbe che un collega di lavoro, a conoscenza di tutto, avrebbe barattato il suo silenzio in cambio di un’assunzione in ospedale. Ci sono diversi dettagli che spiccano in questo caso di cronaca Italiana, ad esempio la freddezza dell’infermiera killer che due ore prima del funerale del marito accredita una cifra di duemila euro del defunto suocero sul suo conto ed il fatto che chiunque fosse in reparto con il “dottor male” cercasse a tutti i costi di cambiare turno.

Da alcune intercettazioni ambientali è inoltre emersa la volontà, dimostrata dall’infermiera, di uccidere un cugino acquisito che viveva sfruttando il mantenimento economico della ex moglie.

Spese folli dopo il funerale del marito

Prima del funerale del marito, l’infermiera Killer, Laura Taroni, secondo le indagini, trasferì la somma di duemila euro dal conto del suocero defunto al suo ed effettuò l’acquisto on line di uno smartphone molto costoso, e questo secondo i Pm potrebbe considerarsi un dato di fatto rilevante. Dalle indagini svolte, sembrerebbe che in totale le vittime dell’infermiera killer fossero 35, deceduti tra il 2011 ed il 2014: i carabinieri hanno posto infatti sotto sequestro le cartelle cliniche di quei 4 anni, e le conseguenze giudiziarie hanno coinvolto anche altre persone, esattamente 14 indagati, suddivisi tra medici, infermieri e dirigenti dell’Azienda Ospedaliera.

Circa 20 decessi, secondo le fonti, sono stati verificati: cinque di questi sono stati considerati omicidi (tra cui quello del marito e della madre della Taroni), sei decessi sono sospetti mentre altri nove non presentano alcuna anomalia, e sono stati considerati decessi regolari.

'Con l'omicidio risolviamo tutto in tranquillità'

Un altro dettaglio molto importante riguardante il caso di cronaca, emerso principalmente dalle intercettazioni, riguarderebbe i turni di lavoro: se durante il turno c’era “il dottor male”, Leonardo Cazziga, chi poteva si faceva cambiare il turno, evitando così di essere complice dei suoi delitti.

Il “dottor morte”, conosciuto anche come “angelo della morte”, era visto dai suoi colleghi come una persona decisamente aggressiva, temuta da tutti e fissata con la politica. In particolare, in un’intercettazione ambientale, del 29 febbraio 2015, è emerso che a bordo di un’auto, il medico e l’infermiera indagati, parlano degli omicidi come un metodo per risolvere tutte le situazioni con tranquillità e senza essere beccati.