17 dicembre, Palermo – La Direzione Investigativa antimafia di Trapani ha effettuato un sequestro di beni del valore di 25 milioni di euro, nei confronti di un uomo di 81 anni, Giuseppe Ruggiriello, originario di Trapani, imprenditore edile ritenuto elemento vicino alle cosche mafiose di Trapani. L’uomo, in stato d’arresto, è stato accusato dì "intestazione fittizia di beni", ed il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Trapani, che ha immediatamente accolto le istanze cautelari contenute nelle proposte di prevenzione patrimoniale emesse dalla Procura Distrettuale di Palermo.

L’indagine svolta è stata coordinata dal pm Bernardo Petralia e Pierangelo Padova.

La svolta delle indagini

Ruggirello, che era già stato nel mirino degli agenti in passato, indagato principalmente per associazione mafiosa, è stato trovato in possesso di 90 immobili, 3 appartamenti e numerosi esercizi commerciali, depositi bancari ed autovetture. I beni, che hanno un valore di 25 milioni di euro, sono stati posti sotto sequestro. Il campanello d’allarme è scattato dalla Dia di Trapani, che in vista di determinati movimenti di denaro apparentemente illeciti, ha avviato una segnalazione alla magistratura della vigilanza della Banca d’Italia, che è riuscita a colpire un noto imprenditore trapanese, che sembrerebbe esser secondo le fonti anche un noto consigliere di una famiglia mafiosa siciliana.

Il Tribunale dopo aver appoggiato la richiesta della Dda di Palermo, la notte scorsa, tra venerdì 16 e sabato 17 dicembre, ha posto sotto sequestro il patrimonio posseduto da Giuseppe Ruggirello, che già negli anni 90 era stato indagato per associazione mafiosa e per la sua vicinanza con il capo di una cosca locale, Vincenzo Virga, arrestato nel 2001 dopo aver trascorso circa 7 anni di latitanza.

L’uomo in passato era stato anche indagato nell’ambito di un’indagine svolta nel Sud Italia, tra Puglia e Sicilia, riguardante banche ed investimenti risultati illeciti. Tramite le accurate indagini, Ruggiriello è risultato inoltre essere vicino all’imprenditore Vito Tarantolo, arrestato per favoreggiamento e beneficiario di una maxi confisca di beni.