Parla il supertestimone
Una ex guardia giurata, Mario Torraco, ha rilasciato delle importanti dichiarazioni al settimanale "Oggi", ammettendo di aver assistito ad una inquietante scena la sera della scomparsa di Yara Gambirasio, proprio vicino casa della ragazza in provincia di Bergamo. Torraco ha detto di aver visto, la sera del 26 Novembre 2016, un uomo sollevare di peso una ragazza che continuava ad urlare. Lei avrebbe gridato "aiuto", e lui le avrebbe detto di stare zitta. Non c'è la certezza assoluta che quella ragazza fosse proprio Yara, ma il dubbio che potesse essere lei continua a tormentare l'uomo, perché se la ragazza in questione fosse stata Yara, avrebbe potuto salvarle la vita.
In quel momento Mario Torraco ha pensato invece che i due potessero essere fidanzati che litigavano, ma, nel dubbio, aveva raccontato subito agli inquirenti la scena alla quale aveva assistito, fornendo molti dettagli. Non era stato preso in considerazione dalla polizia, la quale credeva che i ricordi dell'uomo si riferissero ad un'altra sera.
La scomparsa di Yara
Era il 26 Novembre 2010, nel tardo pomeriggio, e Yara aveva terminato i suoi allenamenti in palestra, una struttura raggiungibile a piedi in pochi minuti da casa sua. Dopo 15 minuti di ritardo i genitori provarono a chiamarla, ma il telefono della ragazza era spento. I genitori fecero moltissimi tentativi senza successo, così denunciarono subito la scomparsa della ragazza.
Le primissime indagini furono rivolte ad un cantiere di Mapello, distante 3 chilometri dalla palestra frequentata da Yara. Furono impiegati i cani da ricerca per trovare possibili tracce. Nel Dicembre 2010 fu arrestato Mohamed Fikri a causa di una intercettazione telefonica in cui l'uomo avrebbe detto in arabo: "Allah mi perdoni, non l'ho uccisa io", ma dopo ulteriori perizie gli inquirenti capirono che c'era stato un grave errore di traduzione, e che Mohamed in realtà aveva detto "Allah, ti prego, fai che risponda".
Mohamed Fikri fu scarcerato e le accuse furono ritirate nel 2013.
Il ritrovamento del corpo
Tre mesi sopo la scomparsa il corpo senza vita di Yara Gambirasio fu ritrovato da un passante lungo un torrente, vicino Chignolo d'Isola, a circa 9 chilometri di distanza da Mapello, il luogo nel quale si erano concentrate le ricerche.
L'autopsia rivelò che la ragazza era stata colpita alla testa e ferita gravemente con un'arma da taglio alla gola, probabilmente dopo un tentativo di violenza carnale. Da allora le indagini sono continuate incessantemente e, alla fine, hanno individuato in Giuseppe Bossetti l'assassino di Yara Gambirasio. Giuseppe Bossetti è un muratore e nei polmoni di Yara sono stati ritrovati tracce di calce provenienti da un cantiere, sulle sue suole altro materiale per costruzioni. Inoltre gli investigatori, tramite il numero dell'uomo, hanno analizzato la rete dati del suo cellulare, il quale si trovava proprio in quelle zone la sera della scomparsa della ragazza. Inoltre il DNA di Bossetti era praticamente uguale a quello ritrovato sugli slip di Yara. L'uomo è stato condannato all'ergastolo.