A quanto pare, più di un consumatore si sarebbe accorto del repentino rimpicciolirsi delle confezioni di alcuni prodotti in vendita nei classici supermercati e nei cosiddetti “Discount”. Acque minerali, bibite, ma anche patatine fritte, cioccolatini, detersivi, ecc. Insomma, sembrerebbe che alcune multinazionali del settore alimentare e chimico facciano in qualche modo le “furbette”, magari non aumentando i prezzi ma erogando meno quantità di prodotto. O peggio, addirittura aumentando i prezzi e anche riducendo le confezioni. Al momento la denuncia parte da Amburgo in Germania, ma presto potrebbe rispecchiarsi sull'intero mercato europeo.

In effetti, La Centrale del consumo tedesca che potrebbe equivalere alla nostra Codacons, ha lanciato un giustificato allarme in seguito ad interessanti confronti.

"Confezione-truffa" dell'anno

La Verbraucherzentrale di Amburgo aveva proposto una sorta di “gioco-verità” tra i frequentatori del mondo della spesa famigliare. Un evento molto popolare che è arrivata alla sua terza edizione, e in questa occasione la vittoria va all'azienda agroalimentare francese Danone, per le bottiglie d'acqua minerale Evian. In effetti, il pubblico ha riscontrato un aumento di ben 20 centesimi per una confezione che non contiene più 1,5 litri del liquido più naturale del mondo, ma 1,25 litri. Di conseguenza un prezzo di circa 23% in più in cambio di 0,25 litri d'acqua in meno.

Proprio un bel affare.

Un invito al controllo

Se Danone ha vinto a occhi chiusi, le altre multinazionali non stanno certo a guardare. Nel moderno mondo del “packaging”, quindi una vistosa e invitante confezione che gli esperti di Marketing utilizzano, talvolta in modo ingannevole, per accaparrarsi l'attenzione del pubblico. In questo caso la vincitrice è Nestlé, la quale vende una nota scatoletta di cioccolatini a 0,30 centesimi più caro, togliendo dalla stessa ben 50 grammi di prodotto.

Altri cattivi esempi sono rappresentati da Milka, da Crunchchips, il marchio di patatine fritte più famoso della Germania, dai detersivi e dalle bibite zuccherate.

La Centrale per i consumatori tedesca vorrebbe mettere in guardia anche altre associazioni europee, affinché controllino se la negativa iniziativa di certe aziende locali e alcune multinazionali si ripercuote altrove.