Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni sono i due coniugi assassinati a Ferrara. Le due vittime erano state trovate morte in casa con il cranio fracassato a colpi di ascia. La testa chiusa in un sacchetto di plastica. I carabinieri giunti sul posto non avevano trovato alcun segno di scasso, concludendo che l'autore del massacro fosse qualcuno che la famiglia conosceva. Inoltre pare non mancasse niente e in casa vi erano dei soldi, e nulla messo a soqquadro, per cui è stata esclusa anche la pista della rapina. Prima di scoprire che l'arma del delitto fosse un'ascia, si era pensato potesse trattarsi di un oggetto pesante, ma in casa non ne era stata trovata alcuna traccia.

La svolta è arrivata con la confessione degli autori dell'efferato delitto, il figlio più piccolo di sedici anni e un suo amico. Il figlio più grande dei coniugi assassinati vive a Torino, ed ha appreso dalle autorità quanto accaduto martedì.

Il primo interrogatorio al figlio

Il figlio è quello che ha avvisato i carabinieri con una chiamata molto concitata alle 13 di martedì, e gli inquirenti lo hanno subito interrogato per capire la dinamica della vicenda. Hanno pure chiesto il suo alibi, e lui aveva raccontato di aver passato la notte e la mattinata fino alle 13 in compagnia di un amico, e di non essere andato a scuola. Poi è tornato a casa e ha scoperto quanto accaduto. L'amico è stato a sua volta ascoltato e ha perfettamente confermato quanto raccontato dal figlio dei coniugi di Ferrara.

Quando però gli inquirenti hanno cercato di ricostruire gli spostamenti del ragazzo e del suo amico, sono emerse discrepanze molto evidenti. Alla fine, messo sotto pressione, il figlio minore dei coniugi assassinati ha confermato di essere l'autore del delitto, commesso con la complicità dell'amico.

Il movente

A quanto pare il movente non sarebbe di natura economica, ma dovuto ai forti contrasti adolescenziali che c'erano tra il minore e i suoi genitori.

L'amico lo avrebbe aiutato perché si sentiva molto vicino a lui emotivamente. I sacchetti in testa alle vittime, secondo quanto raccontato dal figlio, sono serviti ad evitare di lasciare tracce di sangue durante lo spostamento dei corpi. Pare infatti che i coniugi siano stato uccisi nel sonno, e poi trascinati fino alla cantina, dove i carabinieri li hanno trovati.

L'idea dei due assassini era quella di inscenare una rapina, ma alla fine i carabinieri li hanno scoperti. Il figlio ha anche detto dove aveva gettato l'arma, che è stata recuperata e messa in mano alla scientifica che dovrà confermare la presenza delle impronte dei due ragazzi. Un caso di cronaca risolto molto velocemente quello dei coniugi assassinati nella provincia di Ferrara.