dj Fabo (Fabiano Antoniani) ha 39 anni e chiede urgentemente una legge che gli dia il diritto a morire. Le sue attuali condizioni fisiche lo costringono in una "gabbia" dal 2014 quando, a seguito di un incidente d'auto, è rimasto cieco e tetraplegico. Il ragazzo considera la sua vita poco dignitosa e invoca la dolce morte proprio come accadde a Luca Coscioni, fondatore dell'associazione a cui lui si è iscritto.

L'appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato registrato con la voce della fidanzata Valeria, si tratta di un video di due minuti in cui lui riassume il suo calvario e chiede di poter scegliere di morire senza soffrire.

Visto che per far questo ha bisogno di aiuto, Fabiano sollecita l'iter della proposta di legge per legalizzare l'eutanasia.

Fabo ha abbandonato la speranza

Fabiano era un ragazzo molto vitale, animava con mille canzoni le notti milanesi ed era chiamato in tutto il mondo per lavorare, era appassionato di motocross ed era anche un broker assicurativo. Dopo il terribile incidente stradale del 13 giugno 2014 ha perso la vista ed è rimasto tetraplegico. All'inizio di questa sua seconda vita il giovane ha provato a curarsi, ha persino acconsentito a sperimentare su di lui nuove terapie, ma i risultati non sono arrivati.

Ora lui si sente in gabbia, non riesce più a muoversi, non riesce nemmeno a deglutire, deve essere assistito in tutto e non ha più nulla per cui vivere, visto che anche ascoltare la musica è diventata per lui una sofferenza emotiva.

Da Welbi a Eluana Englaro

L’associazione Luca Coscioni, a cui Fabo si è iscritto, è al suo fianco in questa battaglia ed è proprio alla proposta di legge di questa associazione che il giovane fa riferimento, quando sollecita un iter veloce per la sua approvazione. Fabiano Antoniani vuole continuare la lotta di Welby anche se da una posizione diversa, Welby era malato di distrofia muscolare da molti anni, Fabo si è trovato cieco e tetraplegico improvvisamente.

La vicenda di Welby aveva diviso il Paese e si era conclusa nel dicembre del 2006 con l’aiuto medico a morire organizzato da Marco Cappato, leader dell’associazione Coscioni. Il tema dell’eutanasia è tornato alla ribalta nel 2009 con il caso di Eluana Englaro, morta dopo 17 anni di coma, in seguito all'interruzione della nutrizione artificiale chiesta dal padre e approvata da un giudice.