Non si può dire che Donald Trump non riservi quotidianamente sorprese, spesso discutibili, talvolta sconcertanti.

Il presidente più discusso degli Stati Uniti continua a far parlare di sè e a calamitare l'attenzione dei media di tutto il mondo sulle sue affermazioni, sulle sue polemiche e sulle sue strategie di governo, ancora tutte da verificare.

Ennesimo colpo di scena

Dopo la sorprendente esclusione da un briefing della Casa Bianca del Nyt, della Cnn e di altre testate, ritenute scomode per l'attuale amministrazione, l'imprevedibile Trump ha infatti dichiarato su twitter che non parteciperà alla tradizionale cena con i corrispondenti ufficiali dello studio ovale, che avrà luogo il prossimo 29 aprile.

E, da ultimo, con riscoperto bon ton, ha augurato a tutti una buona serata.

E' la prima volta che un presidente statunitense viene meno a un appuntamento, organizzato appunto dall'associazione dei corrispondenti della Casa Bianca, ormai divenuto tradizionale. Ma il focoso tycoon sembra non avere un buon rapporto con le consuetudini e le tradizioni del passato.

Le dichiarazioni di Trump

Senza esclusione di colpi prosegue quindi la guerra tra Trump e i media nazionali, da lui ritenuti, in precedenti tweet, un grande pericolo per il paese e colpevoli di dire consapevolmente menzogne, al solo fine di infangare il suo nome.

I toni sono spesso forti, secondo lo stile del discusso neo-presidente americano, e decisamente offensivi.

Ma sembra che il Donald nazionale ami l'odore della battaglia e non indietreggi di fronte a nulla.

Quanto poi a verificare la veridicità dei suoi presunti rapporti con la Russia e del ruolo avuto da questa nella sua elezione a presidente degli USA, resta tutto da vedere. E le indagini continuano.

Le perplessità di John McCain

"I dittatori iniziano sopprimendo la libertà di stampa", aveva dichiarato nei giorni scorsi il senatore repubblicano John McCain.

Un'affermazione che risuonava come un grido d'allarme, poi mitigato dalle sue successive parole: "Non sto dicendo che il presidente Trump sia un dittatore- aveva soggiunto- Sto dicendo che dobbiamo imparare dalla storia".

E, probabilmente, c'è anche tra i repubblicani la convinzione che il nuovo presidente sia in grado di scrivere pagine nuove, ancora sconosciute, della storia, che solo i posteri potranno leggere.