Sembra essere stata una delle più violente incursioni aeree degli ultimi tempi, nell'ambito della guerra in Siria, quella di martedì 7 febbraio nella città di Idlib, area nord-occidentale del paese, poco distante dal confine con la Turchia. Una ventina di morti e trenta feriti il bilancio, anche se le diverse fonti ne spiegano l’entità in modo differente. Sembra non essere chiaro neanche da chi è stato condotto l’attacco, se dalla Russia o dagli Stati Uniti. Fatto sta che malgrado la tregua, gente comune, tra cui donne e bambini, continuano a morire.

Una città contesa

La città è ancora sotto il controllo di una costellazione di gruppi ribelli in cui prevale la salafita Jabhat Fateh al-Sham, l’ex Al Nousra, staccatasi da al-Qaeda, che per lungo periodo ha combattuto il regime siriano insieme al movimento islamico nazionalista Ahrar al-Sham. Le due organizzazioni sembra che siano entrate in conflitto tra loro dopo il negoziato di Astana, poiché la prima non è stata invitata al contrario della seconda, considerata moderata. Ambedue aspirano ad essere gli unici referenti nelle trattative di pace.

Le notizie che si rincorrono

In tale contesto, quello che è successo a Idlib sembra la chiave di lettura della “guerra per procura” che ormai da sei anni infuria in Siria, anche se da dicembre vige una tregua altalenante.

Al-Jazeera ha cercato di ricostruire la vicenda attraverso le diverse fonti di due delle maggiori agenzie stampa internazionali: AFP e Reuters. La prima ricostruzione attiene al controverso “Osservatorio siriano per i diritti umani” il quale a France Press ha rivelato che “almeno 26 persone sono state uccise, ma le vittime sono destinate ad aumentare, mentre i soccorritori cercano ancora i corpi sotto le macerie”.

La dichiarazione arriva in realtà da Londra per voce del suo responsabile Rami Abdel Rahman, capo monitoraggio del conflitto siriano dall’Inghilterra. Abdel Rahman ha anche dichiarato che i raid sono stati probabilmente eseguiti da caccia russi o da una “coalizione d'aria” sostenuta dagli Stati Uniti.

La Russia nega il suo coinvolgimento

La Reuters avalla le dichiarazioni del responsabile dell’Osservatorio, intercettando i racconti di alcuni testimoni, che hanno riferito del modo in cui sono stati colpiti gli edifici dell’area residenziale nord-occidentale, rispetto all’entità del danno, che sembra targata Mosca. C’è da dire che il ministero della difesa russo ha seccamente smentito un loro intervento, secondo quanto riportato dall’agenzia interfax. Poi sempre la Reuters ha intercettato un gruppo di volontari di soccorso che operano per la protezione civile, i quali parlano di 15 corpi estratti e 30 feriti, anche se il numero delle vittime potrebbe aumentare di ora in ora.