Chiaramente è un segno dei tempi. Per divulgare al mondo il suo 'Manifesto', un documento programmatico globalista e anti-trumpiano, Mark Zuckerberg, padre e fondatore di Facebook, il social network più noto e frequentato al mondo, cosa altro poteva scegliere se non la sua bacheca virtuale?

E così ha fatto; sulla sua pagina Facebook, ha appena pubblicato una lunga lettera che qualcuno già interpreta come il segnale più evidente di un suo prossimo impegno politico. D'altra parte la storia umana funziona così: ogni documento 'rivoluzionario' usa il mezzo che l'epoca gli mette a disposizione.

Martin Lutero affisse le 95 tesi che sconvolsero la Chiesa nel 1517 alla porta della chiesa del castello di Wittemberg in Germania; Marx ed Engels pubblicarono il manifesto del partito comunista il 1848 a Londra; ora è la volta del 'manifesto' facebookiano di Mark, porta di accesso al mondo che verrà.

Manifesto Zuckerberg, 'facebookiani' di tutto il mondo unitevi!

Ed ecco il sogno-utopia di Zuckerberg in forma di documento programmatico: l'umanità o sarà globalizzata e interconnessa o non sarà. "Bisogna unire l'umanità. Solo con una comunità globale potremmo vivere in pace e prosperità. Algoritmi sempre più sofisticati oscureranno i siti terroristici. Ma contro l'odio social ci vorranno molti anni".

Il manifesto arriva forse non a caso, in un momento in cui Facebook è assediato dalle critiche anche sul problema delle 'fake news', bufale, bolle mediatiche che alimentano la disinformazione su scala planetaria.

Nessuno, annuncia Mark in versione 'guru' del terzo millennio, dovrà essere lasciato indietro: "Ogni anno il mondo diventa sempre più connesso e questo è considerato positivo - si legge nel documento - però ci sono ancora persone in tutto il mondo emarginate dalla globalizzazione e movimenti che chiedono di ritirarsi dai rapporti mondiali".

Facebook, 'chiesa' tecnologica e tempio dell'umanità futura

Ci sono sfide che coinvolgono la vita di ognuno di noi che stanno diventando sempre più globali: terrorismo, calamità naturali, crisi dei migranti, cambiamenti climatici. Sfide che "richiedono risposte coordinate da un punto di osservazione mondiale". I toni della lettera sono anche messianici: Facebook nel progetto di Zuckerberg, come una 'chiesa' tecnologica ha il compito di unire l'umanità.

"Il progresso richiede che l'umanità si riunisca non solo nelle città e nelle nazioni, ma in quanto comunità globale. La mia speranza è che il gran numero di persone impegni la propria energia per costruire l'infrastruttura sociale a lungo termine necessaria a costruire l'umanità", scrive Mark.

Zuckerberg non parla mai direttamente di Trump e delle sue politiche 'isolazionistiche', né della Brexit o delle tendenze della politica europea di un ritorno al nazionalismo. Ma le allusioni implicite ci sono tutte. Anche se Mark più volte ha escluso di voler candidarsi alla Casa Bianca, le premesse perché ciò avvenga sembrerebbero esserci tutte e di più: oltre il big dream americano, il sogno proposto è globale.

Facebook, uno spot alla propria azienda

Nel manifesto c'è proprio tutto: l'analisi dei fenomeni sociopolitici in corso su scala mondiale, la direzione da prendere, quella della globalizzazione e interconnessione mondiale, ma anche la pubblicità alla propria azienda. "Facebook aiuta le persone a rischio suicidio mettendole in contatto con gli amici; Facebook ha attivato il 'safety check' quando c'è un attentato; Facebook con la sua comunità ha raccolto 15 miliardi per le vittime del terremoto in Nepal".

E queste sono solo alcune delle meritorie iniziative del social che la dicono lunga sulla imprescindibile necessità odierna di affidarsi "all'intelligenza artificiale per capire in maniera più veloce e accurata cosa sta accadendo alla nostra comunità".

Insomma, più dei singoli stati o degli organismi sovranazionali, le problematiche e sfide del futuro potranno e dovranno essere affrontate da una comunità globale interconnessa. Solo l'impegno social ci salverà!