E' l'uomo più ricercato del mondo Abu Bakr al baghdadi, il califfo del sedicente Stato islamico, il capo assoluto del jihadismo nei teatri di guerra mediorientali tra Iraq e Siria. Era stato dato per morto durante un attacco dell'aviazione americana a Mosul, notizia poi smentita. Pochi giorni fa circolava un'informativa dei servizi iracheni la quale sottolineava che era stato "individuato e circondato" nella zona di Baaj, nel nord-ovest del paese, da cui sarebbe riuscito a scappare. Infine l'agenzia di stampa iraniana, Fars, sabato 11 febbraio, ha riportato la dichiarazione di un alto ufficiale dei servizi di intelligence iracheni, Abdolkarim Khalaf, secondo cui il califfo avrebbe lasciato Mosul per dirigersi in Siria, presumibilmente verso raqqa.

Il califfo come un fantasma nei teatri di guerra

L'informazione fatta trapelare dall'intelligence irachena parla di una fuga da Mosul con i suoi più alti ufficiali. Nella sua ex capitale sarebbero rimasti alcuni "generali inesperti". Se fosse vero significherebbe che l'assedio delle forze anti-Isis in Iraq ha sortito un effetto tale che il califfo dà per perduta la guerra su quel fronte. Dalle frammentarie notizie che sono state messe insieme come un puzzle, questi cosiddetti "generali inesperti" sarebbero sotto il comando un un ex ufficiale dell’esercito tajiko, esperto in tecniche di guerriglia. Il suo compito sarebbe quello di resistere il più possibile per dare più ampio respiro al fronte siriano.

Le agenzie di stampa occidentali ancora non hanno dato la notizia poiché essa, allo stato attuale, è difficile da confermare. Resta il fatto che l'assedio agli avamposti jihadisti in Iraq sembra spostare completamente il teatro di guerra in Siria. La fuga verso i confini siriani di al Baghdadi sembra essersi sviluppata attraverso un corridoio al confine in una zona desertica ancora sotto il controllo dei jihadisti.

Su Raqqa la resa dei conti finale

A Raqqa, capitale siriana de facto dell'Isis, l'esercito kurdo delle "Syrian Democratic Forces" (SDF) si trova ad una decina di chilometri dalle mura della città. Il 4 febbraio era partita la terza fase della campagna "Ira dell'Eufrate", attraverso cui l'esercito kurdo insieme all'aviazione americana, ha aperto un canale di accesso sulla parte orientale della città.

Nel frattempo sono stati liberati vari villaggi, ma il territorio circostante minato dai jihadisti rallenta la marcia, che comunque è inarrestabile.

Mentre l'altro fronte del nord siriano vede i combattimenti su al-Bab, nel governatorato di Aleppo, dove l'Isis è rimasta strozzata dalle forze turche, esercito, aviazione e milizie, a nord e da quelle russe e siriane fedeli ad Assad a sud. Qui però i miliziani filo turchi sono entrati in rotta di collisione con l'esercito di Assad: la Russia cerca di fare da paciere.

Se dunque fosse vero il trasferimento di al Baghdadi verso Raqqa sarebbe un chiaro segnale che le sorti del conflitto siriano anti Isis si giocherà su quel versante.