A Saydnaya, cittadina poco lontana dalla capitale siriana Damasco, sorgeva quello che era il carcere degli orrori del regime di Assad: un luogo spaventoso in cui venivano rinchiusi in condizioni disumane migliaia di detenuti che per la stragrande maggioranza erano civili oppositori del regime.
In celle anguste e sudice i detenuti erano costretti a sopportare ogni genere di tortura e abuso prima di essere bendati e portati in uno stanzone in cui avvenivano le impiccagioni vere e proprie; i detenuti più giovani venivano anche strattonati violentemente perché il loro peso non consentiva una rapida fine.
Un vero e proprio mattatoio
Il carcere di Saydnaya si era ben presto trasformato in un vero e proprio mattatoio in cui si calcola che siano almeno 13.000 le persone che sono state condannate a morte per impiccagione in appena 5 anni; erano per lo più civili adulti che militavano in formazioni politiche critiche nei confronti del regime, ma c'erano anche militari che si rifiutavano di eseguire gli ordini di Assad o avevano osato criticare i metodi brutali del dittatore e anche alcuni bambini.
Ogni giorno nel carcere siriano alcuni detenuti venivano prelevati e portati al patibolo senza un vero processo e senza neanche avere avuto la possibilità di difendersi dalle accuse e di spiegare le loro ragioni, un vero orrore che sembrava non dovesse finire mai.
Le accuse di Amnesty International
La vice direttrice degli uffici di Amnesty International per il Medio Oriente Lynn Maalouf ha spiegato i metodi brutali usati nel carcere degli orrori: "Ogni giorno, in particolare il lunedì e il venerdì, gruppi di detenuti composti da 20 fino a 50 persone, venivano prelevati dalle rispettive celle spiegando che sarebbero stati trasferiti in un carcere civile.
In realtà venivano portati nella cella di un altro edificio di Saydnaya ed impiccati”.
Secondo l'organizzazione umanitaria, che da moltissimo tempo si occupa di portare aiuto concreto nelle zone di guerra e più povere del pianeta, il trattamento riservato da Assad ai detenuti politici lo renderebbe passibile delle accuse di crimini di guerra e contro l'umanità.
I racconti shock
Alcuni ex detenuti che sono stati liberati e anche giudici e guardie carcerarie hanno testimoniato quello che vedevano tutti i giorni nell'orrore di Saydnaya e i loro racconti sono davvero molto scioccanti e a tratti anche raccapriccianti tanta era la violenza nei confronti dei carcerati.
Sono almeno 84 le persone che hanno voluto svelare al mondo tutti gli orrori del carcere di Saydnaya e dalle loro testimonianze emerge che la prigione segreta era diventata una macchina della morte parte integrante del sistema giudiziario in cui i detenuti erano quasi sempre bendati fino all'impiccagione che poteva comportare anche 15 minuti di atroce agonia.