Uno studente fuori sede a Urbino è stato immortalato dalle telecamere di videosorveglianza mentre faceva pipì contro un edificio storico, in pieno centro, ed è stato multato. Il giovane si è visto infliggere una sanzione di 3.670 euro. Il caso ricorda quello che aveva protagonista un insegnante sorpreso ad urinare in via del Pratello, a Bologna. All'uomo venne comminata una multa di 5.000 euro. La Polizia, adesso, ha beccato uno studente che, probabilmente, non aveva trovato un bagno dove espletare i suoi bisogni fisiologici.

Urinare in pubblico è vietato in Italia

In Italia, fare pipì in pubblico e contro palazzi storici e monumenti può costare molto caro. Si rischiano sanzioni pesanti. Il ragazzo di Urbino è stato multato per atti contrari alla pubblica decenza. E' stata riconosciuta anche una circostanza aggravante: lo studente si sarebbe messo a fare pipì contro un palazzo storico, non quindi contro una capanna. Ebbene, tale circostanza ha reso più pesante la multa. Secondo le ultime informazioni, il ragazzo si era ubriacato e, dopo essersi calato i pantaloni nel centro storico di Urbino, ha iniziato ad urinare contro l'edificio storico. Una condotta certamente sbagliata e sconcia, costata allo studente una multa salatissima.

Ad infliggere la sanzione al ragazzo sono stati i poliziotti, dopo aver visionato i filmati ripresi dalle telecamere di sorveglianza.

Fare pipì in pubblico è un illecito amministrativo

Non dimenticherà certamente presto, uno studente fuori sede, una serata trascorsa a Urbino. Prima il divertimento con gli amici e l'alcol; poi una multa da quasi 4.000 euro.

Urinare in strada non rappresenta più, da oltre un anno, un reato ma un illecito amministrativo. Un gesto che, comunque, può costare a chi lo commette una multa fino a 10.000 euro. Gli atti contrari alla pubblica decenza, come fare pipì in pubblico, non sono più sanzionati con l'arresto fino a un mese o l'ammenda da 10 a 206 euro. Tali atti, oggi, vengono sanzionati solo con multe pesanti perché sono diventati illeciti amministrativi. La competenza per tali condotte sono passate alle autorità amministrative e al prefetto.