Il 2 marzo è andata in onda nella trasmissione Nemo, su Rai2, l’intervista al supertestimone dell’Arma dei Carabinieri per il Caso Cucchi: Riccardo Casamassima. L’appuntato dei Carabinieri ha riferito quanto già detto a partire dal 2015 al pm che coordina l’indagine bis sulla morte di Stefano Cucchi: il pestaggio ci fu, ad opera di suoi colleghi dell’Arma.

Il pestaggio ne causò la morte

Stefano morì il 22 ottobre 2009 nel reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini di Roma, dopo un ricovero di quattro giorni seguito all'arresto da parte dei carabinieri della caserma Appia.

In studio nella serata di Rai2 c’era anche Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, che ormai da 7 anni, assistita dall'avvocato Fabio Anselmo, porta avanti la causa per la morte del fratello. Ha espresso la sua piena fiducia nel processo e il pieno rispetto per l’Arma dei Carabinieri, che saprà isolare i responsabili di un pestaggio ai danni di un cittadino che si trovava in custodia dello Stato.

Indagati per omicidio preterintenzionale

Il 24 febbraio l’Arma aveva sospeso dal servizio i carabinieri indagati e ne ha dimezzato lo stipendio in via cautelare in attesa degli esiti del processo. I cinque indagati sono accusati di omicidio preterintenzionale pluriaggravato dai futili motivi e dalla minorata difesa della vittima, di abuso di autorità contro arrestati, falso ideologico in atto pubblico e calunnia.

Il movimento di solidarietà intorno al Caso Cucchi nel mese di febbraio ha avuto un altro appuntamento importante: è stata fondata l'Associazione Stefano Cucchi Onlus con lo scopo di tenere viva la memoria di Stefano ma soprattutto seguire tutti i casi di diritti umani violati, in particolare chiedendo in Italia il riconoscimento del reato di tortura, non ancora contemplato nella nostra legislazione.

Dalle parole di Ilaria Cucchi in occasione dell'inaugurazione dell'Associazione: "Vogliamo che si riaccendano le luci non solo su questioni che riguardano la memoria di Stefano, ma che hanno a che fare con tutti noi. Pensiamo a Giulio Regeni, Giuseppe Uva, Federico Aldrovandi, Riccardo Magherini. (...) In questo nostro Stato manca un fondamento: quello del reato di tortura."