Vietato salire in Aereo con i leggings. Non si tratta di un aggiornamento del nuovo bando dell'amministrazione Trump in funzione anti-Isis per paura di attacchi terroristici in volo persino a mezzo dell'abbigliamento. E come potrebbe? Ma non è neanche, viceversa, un diktat di una compagnia aerea musulmana integralista.

Ironia della sorte, si tratta invece di una specifica disposizione del regolamento della compagnia aerea americana United Airlines che ha vietato a due ragazzine di salire a bordo di un volo da Denver a Minneapolis perché indossavano leggings, 'irrispettosi del comune senso del pudore', almeno in certi casi e a certi livelli di parentela, secondo gli standard della compagnia.

All'istante, con le polemiche si sono scatenati gli sfottò via social a cominciare dall'hastag #leggingsonplane rimbalzato via twitter in varie lingue.

Leggings incriminati, l'accusa dell'attivista e la discolpa della compagnia

L'episodio è avvenuto domenica mattina. Le adolescenti contestate per abbigliamento 'irrispettoso' erano cinque, ma di fatto non è stato permesso di salire a bordo del volo diretto da Denver a Minneapolis a due del gruppo che si sono rifiutate di eseguire 'l'ordine': indossare altri indumenti o coprire i leggings con un vestito.

ll caso però ha voluto che abbia assistito alla scena Shannon Watts,un'atttivista americana che di solito si batte per il controllo delle armi in America, ma che in questo caso si è attivata contro quella che ha definito una situazione bizzarra, ma anche un caso di sessismo, un'arma impropria quale il divieto sull'abbigliamento.

L'affaire leggings ha scatenato una lunga serie di tweet, sia da parte dell'attivista che della compagnia aerea che, messa alle strette, si è vista obbligata a replicare spiegando perché alle 2 adolescenti sia stato interdetto di salire a bordo con i fuseaux, che invece in altre circostanze sono 'i benvenuti', se indossati da altre tipologie di passeggeri.

Le giovani 'bandite' avevano biglietti che impongono un dress code, un codice d'abbigliamento da seguire, lo stesso che vale per i dipendenti della compagnia. Si tratta dei cosiddetti 'United pass travellers', passeggeri che hanno biglietti scontatissimi, se non gratuiti, in quanto parenti stretti di dipendenti della compagnia.

Per questo, rappresentano a loro volta, di fatto, la compagnia e devono attenersi alle regole dell'abbigliamento prescritte come fossero sacerdoti e sacerdotesse a tutela dell'immagine delle United Airlines: niente ciabatte, vestiti attillati che mostrino biancheria intima, pantaloni attillati, pantaloncini troppo corti, magliette con scritte e immagini offensive.

La vicenda è diventata a tal punto un caso 'nazionale', da mobilitare persino personaggi famosi, quali ad esempio l'attrice Patricia Arquette che ha dedicato un suo tweet al caso per dire che i leggings sono per gli adolescenti una specie di tuta da lavoro.

Leggingsonplane, lo sberleffo dei social

Con l'hastag #leggingsonplane è dilagata l'ironia e l'irrisione degli utenti del Web che si sono scatenati e sbizzarriti con tweet all'insegna del paradosso.

Ma la compagnia ha ribadito con fermezza la sua 'linea': "Ricordiamo regolarmente ai nostri dipendenti che, quando un loro familiare o un amico viaggia su un volo, deve seguire il nostro codice di abbigliamento.

Per i nostri clienti abituali, i vostri leggings sono i benvenuti". L'abito fa il monaco, insomma, e il parente che voglia viaggiare gratis o con lo sconto deve saperlo fare bene, il monaco, qualsiasi sia la sua età.