E' ripresa questa mattina l'attività dell'Etna, dopo un apparente calo registrato nel corso della notte; continua a colare copiosa la lava dal cratere apertosi a sud est e il fronte più avanzato ha superato addirittura il Belvedere. Per fortuna, la colata ha deviato il suo corso e si sta dirigendo verso la Valle del Bove, deserta e fortunatamente lontana dai centri abitati; sono inoltre ripresi i boati, l'espulsione di cenere e lapilli e le fontane di magma. L'allerta è per il momento ancora in codice rosso, con l'aeroporto di Catania che sta permettendo solo cinque atterraggi l'ora, mentre non sono state poste limitazioni ai decolli.

Ieri la lava aveva cominciato a scendere vertiginosamente a valle finchè non ha incontrato la neve, e lì si è verificata una violenta esplosione dovuta al contrasto tra i mille gradi da un lato e il freddo intenso dall'altro; uno scoppio "freato-magmatico", come definito dagli esperti.

Una decina di turisti era stata successivamente investita dalla pioggia di cenere e lapilli incandescenti creatasi in seguito: diversi di loro sono rimasti feriti, per fortuna in modo non grave.

I soccorsi

I turisti feriti sono per la maggior parte tedeschi e inglesi, tra cui una giornalista della BBC ed anche una guida del locale Ingv. "L'esplosione freatica si verifica quando il fortissimo calore della lava provoca un'istantanea evaporazione dell'acqua facendo esplodere le rocce sottostanti" hanno spiegato gli esperti.

Tre dei turisti inglesi erano stati ricoverati all'ospedale di Acireale: una donna era stata medicata e dimessa quasi subito, mentre gli altri due, un uomo e una donna, hanno potuto lasciare il nosocomio questa mattina dopo essere stati trattenuti tutta la notte per accertamenti. L'uomo aveva un leggero trauma cranico, mentre lei aveva riportato delle contusioni alla mano e alla colonna vertebrale; una volta riscontrata l'assenza di lesioni interne, sono potuti tornare in albergo.

Insieme ai loro compagni, avevano davvero vissuto una grande paura di fronte all'improvvisa esplosione di lapilli temendo il peggio anche per chi era rimasto a bordo dei pullman con i quali erano giunti sul posto.