Molti sono i misteri che riguardano il campo dell'ufologia su cui indagare, come già sta facendo, peraltro, la polizia di Lancashire, che è sulle traccie di un UFO. Infatti martedì, Scott C. Waring, ha postato nel suo blog UFO Sightings Daily, una foto che è stata scattata dal rover Curiosity su Marte e che sembra raffigurare proprio un volo umano. Dalla NASA non è arrivata nessuna conferma anche se va detto che le spiegazioni che non includono gli alieni sono davvero tante; andiamole a vedere insieme.

Volti umani su Marte

C'è da fare una premessa necessaria, ovvero che il rover Curiosity passando sopra il presunto volto, l'abbia irreparabilmente distrutto, ma probabilmente questo non rappresenterà un problema poiché non è detto che quella rappresentata nell'immagine sia una scultura aliena di inestimabile valore.

Nonostante questo Waring è convinto che la testa gigante distrutta da Curiosity, fosse un antico manufatto di una razza aliena sopravvissuto per millenni e che fosse la prova tangibile che su Marte fioriva la vita. La grande testa ha un diametro di 1,5 metri, il naso lungo, il mento pronunciato, gli occhi grandi, la fronte rotonda e sembra mostrare il profilo di un volto simile a quelli umani; tutti elementi, questi, che dimostrano quanto questa razza aliena fosse simile alla nostra. Notizie di questo genere non sono rare, poiché pochi giorni fa è stato avvistato un UFO a Malta.

Cosa potrebbe essere realmente

Questa enorme testa è la prova inconfutabile che una razza extraterrestre ha vissuto molto tempo fa su Marte?

Probabilmente no, poiché non sono rari i casi di pareidolia, ovvero un'illusione ottica che fa associare al nostro cervello, immagini caotiche a forme presumibilmente familiari. Tanti sono stati i casi di pareidolia che si sono riscontrati su Marte; basti pensare al presunto scoiattolo alieno recentemente ritrovato sul Pianeta Rosso.

Non ci resta che attendere le risposte degli esperti, considerando che recentemente, è diventata virale in rete una notizia che riguarda gli extraterrestri, ovvero quella che vede un funzionario governativo porre l'accenno sul fatto che non abbiamo un protocollo da seguire in caso di invasione aliena