Un anno fa Marta Brandi, una partoriente di 37 anni, venne portata nelle sala operatoria dell'ospedale Di Venere di Bari per subire un parto cesareo d'urgenza I medici del reparto però avevano già destinato il blocco operatorio a 2 altri interventi simili per cui la donna venne spostata al reparto di Chirurgia. Qui però la sala operatoria era programmata per un intervento di appendicectomia e sarebbe stata libera sulla carta solo dopo 3 ore e dopo numerosi litigi tra i chirurghi per il possesso della sala asettica si decise per l'intervento, dopo 1 ora e mezza.
Sala che rimase inutilizzata per un'ulteriore ora e mezza ma comunque ritardò pericolosamente il parto cesareo della Brandi determinando la morte, per strozzamento da cordone ombelicale, della piccola che aspettava di nascere. La Procura di Bari oggi ha notificato un avviso a 8 medici e infermieri che causarono il ritardo dell'operazione. L'ennesimo caso di malasanità dovuto ad una questione superficiale, la supremazia in reparto di alcuni medici che hanno causato una morte per negligenza. I chirurghi non pe intervento per un'appendicite, che sarà compiuto dopo tre ore. I chirurghi di Chirurgia non permisero ad altri colleghi di operare nel loro reparto e oggi si giustificano dicendo che nessuno li avvisò dell'urgenza dell'operazione.
L'operazione tardò più di 1 ora e per la bambina era già troppo tardi.
La tragedia di due genitori
Si chiamano Onofrio Visaggio,di 43 anni e Marta Brandi, di 37 anni, i 2 mancati genitori della piccola. Oggi avrebbero una bimba di 1 anno ma purtroppo celebrano solo un triste anniversario da dimenticare. Avevano tutto pronto, cameretta.
corredino, ma il loro sogno è stato infranto dalla superficialità e da una tragica sequela di fatali conseguenze. Marta Brandi era giunta alla 41esima settimana di gravidanza e quindi arrivò all'ospedale Di Venere aspettandosi un parto normalissimo. Poi la sofferenza fetale, aggravata da alcuni stimolanti somministrati in reparto, che richiese il cesareo urgente.
Da qui la tragedia: la sala operatoria occupata, la diatriba tra i chirurghi, la scaletta delle operazioni programmate; un blocco operatorio di 8 sale di cui solo 2 inutilizzabili non ha avuto modo di essere utilizzato per salvare una vita, anche perchè il team di anestessiti disponibile era soltanto uno. E' chiaro ormai che l'intervento fu procrastinato per il "bisticcio" tra medici per una sala operatoria. Ora il numero delle persone coinvolte è destinato a cambiare continuamente e sono previsti altri indagati.