Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha annunciato tramite Twitter che Gabriele Del Grande è libero ed è atterrato stamani all’aeroporto di Bologna alle 10.30. Il reporter era stato arrestato il 9 aprile scorso durante un controllo mentre si trovava ad Hatay per svolgere il suo lavoro; si sono interessati subito della vicenda il consolato italiano a Smirne, la Farnesina e l’ambasciata italiana di Ankara, ma Gabriele Del Grande è riuscito a telefonare per la prima volta alla famiglia solo il 18 aprile. La ragione dell’arresto sarebbe il suo lavoro, gli sono stati sequestrati tutti i documenti e il telefono ed è riuscito a comunicare con i familiari solo dopo molte insistenze.

Del Grande stava raccogliendo materiale per il suo nuovo libro che parla della nascita dell'Isis e della guerra in Siria.

Bisogna denunciare i crimini di guerra

Sulla sua pagina Facebook, il giornalista il 5 aprile aveva scritto che i corrispondenti dovrebbero poter entrare liberamente in sicurezza nei paesi per denunciare i crimini di guerra. Gabriele Del Grande è stato finalmente liberato dopo 14 giorni di detenzione, trattenuto inizialmente nel centro di espulsione di Hatay e poi spostato in isolamento a Mugla sulla costa del Mar Egeo. Grazie alle insistenze del governo italiano il giornalista è riuscito ad incontrare dei rappresentanti del consolato italiano e il suo legale turco, venendo a conoscenza del fatto che era da molto tempo che il governo italiano tentava di comunicare con le autorità turche.

Incarcerato senza motivo

Gabriele Del Grande è libero, ma ci tiene a sottolineare che quello che gli è capitato è del tutto illegale, perché è stato privato della libertà personale senza un motivo valido. Finalmente ha potuto riabbracciare i familiari, ma non è stato facile rimanere in carcere per tanti giorni senza nessun contatto con l’Italia.

Non ha subito nessuna violenza fisica ed è stato trattato bene, come ha fatto sapere appena atterrato all’aeroporto di Bologna, tuttavia il suo fermo in Turchia è stata una vera e propria violenza istituzionale. Stava svolgendo il suo lavoro in un territorio 'amico' ed è stato fermato senza motivo. Purtroppo vi sono ancora molti giornalisti incarcerati in paesi esteri, vengono trattati male e subiscono violenze assai peggiori di quelle patite da Gabriele Del Grande, impegnato da molti anni sul tema dell'immigrazione.

Nel 2006 ha fondato un blog che parla delle vittime dell'immigrazione e fa parte di un team di registi che nel 2014 ha raccontato tramite un documentario una storia di profughi siriani e palestinesi.