La terza notte di ricerche di "Igor il russo", 41 anni, è trascorsa senza che venissero trovate tracce del pericoloso latitante. In verità igor vaclavic (questo il suo vero nome) è serbo, ma riuscire a risalire alla sua vera identità non è stato semplice. Adesso è diventato un vero e proprio fantasma, nascosto in un fazzoletto di terra di circa 40 chilometri quadrati tra le oasi di Marmorta e Campotto, nel ferrarese. Un territorio aspro, costellato di casolari abbandonati, caratterizzato da terreni paludosi e decine di luoghi perfetti per nascondersi e sfuggire agli inseguitori.

Soprattutto per una persona che ha una preparazione militare alle spalle, come risulta dalle indagini effettuate sulla vita di Igor. Sono circa 150 gli uomini dei corpi speciali, coordinati dall'Arma dei Carabinieri che, impiegati su più turni, battono palmo a palmo l'ultimo nascondiglio del ricercato.

Il serbo ha già ucciso due volte nell'arco di pochissimi giorni: prima Davide Fabbri a Budrio, il primo aprile; poi la guardia volontaria Valerio Verri, sabato scorso a Portomaggiore, in provincia di Ferrara. In quest'ultima circostanza è stata ferita gravemente anche la Guardia Giurata Marco Ravaglia. Entrambi erano impegnati in un posto di blocco di routine, un semplice controllo dei mezzi in transito.

Igor Vaclavic ha sparato su di loro, uccidendo Verri e colpendo alla spalla Ravaglia. Subito dopo si è dato alla fuga a bordo di un furgoncino.

Ferito e pericoloso

"Igor il russo" è ferito: tracce evidenti di sangue sono state ritrovate sul furgone col quale si è dato alla fuga sabato scorso. Ferito e pericoloso, probabilmente armato di due differenti pistole, e pronto a tutto per non farsi catturare.

La paura maggiore delle Forze dell'Ordine è che il killer possa venire a contatto con qualcuno dei residenti della zona - per lo più agricoltori ed allevatori - mettendone a serio repentaglio l'incolumità.

Già ricercato in Serbia

Sembra che Vaclavic fosse già ricercato in Serbia, come affermato ieri sera dal Comandante Generale dei Carabinieri, Tullio Del Sette, "per rapina con violenza sessuale".

Gli investigatori hanno ascoltato anche alcuni suoi ex compagni di cella, per tentare di comprenderne meglio la mentalità ed il modo di agire, al fine di anticiparne le mosse. Dagli interrogatori sarebbe emerso un quadro inquietante di una persona con possibili problemi psichici, affetto da disturbi della personalità, che lo avrebbero spinto a crearsi una serie di "alias" anche sui social network.